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Alzheimer: AI per diagnosticare la malattia, tra luci e ombre #adessonews

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Al giorno d’oggi la diagnosi della malattia di Alzheimer si basa prima di tutto sulla valutazione da parte dello specialista dei sintomi cognitivi, capacità funzionali e dei segni neurologici. Ma per confermarla da un punto di vista patologico sono necessari test di neuroimaging (come la risonanza magnetica nucleare) e la misurazione di biomarcatori, che possono informare sulla presenza delle proteine ​​beta-amiloide e tau depositate nel cervello.

Vista la complessità della diagnosi, è facile immaginare come in un futuro molto vicino i nuovi metodi di intelligenza artificiale, in particolare il Chat-Generative Pre-Trained Transformer (ChatGPT), potranno aiutare lo specialista in questo processo diagnostico.

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Nel campo dell’intelligenza artificiale, ChatGPT rappresenta un risultato importante nella continua ricerca per migliorare la comunicazione uomo-macchina. Il metodo si basa sui principi del deep learning, e impiega un modello di rete neurale con la capacità di comprendere e produrre risposte in base al contesto, tono e intenzioni. Per questi motivi ChatGPT sta trovando sempre più applicazioni in diversi campi, compresa la medicina. In effetti, esistono numerosi studi che sottolineano l’utilità di ChatGPT in vari contesti medici, come l’educazione dei pazienti, e la diffusione di informazioni sanitarie.

Tuttavia, con il suo utilizzo in campo medico stanno nascendo anche alcune controversie. Ad esempio, ci sono segnalazioni di discrepanze nella risposta diagnostica a una malattia quando le stesse informazioni vengono utilizzate e analizzate dal ChatGPT.

A volte, questi tipi di risultati sono attribuibili alle diverse versioni di ChatGPT impiegate in diversi studi. Tuttavia, non è sempre così, e ciò dovrebbe indurre un po’ di cautela quando il metodo ChatGPT viene usato per fini diagnostici.

Infatti, studi recenti hanno dimostrato che in campo medico per esempio l’ utilizzo del ChatGPT come strumento diagnostico per la malattia di Alzheimer dovrebbe essere fatto con molta cautela e non considerarlo come un aiuto diagnostico definitivo e completamente affidabile. Almeno per il momento.

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Ecco alcuni esempi che potrebbero spiegare meglio la situazione attuale. In uno studio, ChatGPT, sebbene abbia mostrato precisione nell’individuare i segni associati all’Alzheimer, non concordava al 100% con l’opinione clinica specialistica sui casi.

Un altro articolo ha dimostrato che le risposte fornite da ChatGPT nel contesto della sorveglianza e della diagnosi del carcinoma epatocellulare sono imprecise e inaffidabili.

In sintesi, se prendiamo in considerazione tutte le prove disponibili, dovremmo prestare molta cautela nell’utilità di ChatGPT come strumento diagnostico affidabile in qualsiasi fase della malattia di Alzheimer.

Comunque e’ anche importante non dimenticare che le tecnologie di intelligenza artificiale come ChatGPT sono ancora in una fase iniziale di sviluppo, e quindi non c’e’dubbio che miglioreranno.
Infatti in un futuro molto vicino i progressi nel campo e l’implementazione di una formazione sui dati più appropriata miglioreranno definitivamente la capacità di ChatGPT di diagnosticare l’Alzheimer e altre malattie in modo piu’ accurato e consistente.

Ma, per il momento, cautela è la parola d’ordine per quanto riguarda ChatGPT e la diagnosi della malattia di Alzheimer.

*Domenico Praticò, Professore di Scienze Neurali e Founding Director dell’Alzheimer’s Center at Temple, Lewis Kaz School of Medicine, Temple University, Philadelphia.



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