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URSPELT (LUSSEMBURGO) – Ferrari 12Cilindri Coupé, prova in due atti. Atto primo, Castello d’Urspelt, nella zona di Clervaux, nel cuore della Valle dell’Our nel Nord del Lussemburgo, a una sessantina di chilometri dalla capitale, ora di pranzo. I bolidi a due posti secchi, tutti color giallo oro, sono schierati nel giardino antistante il parcheggio del relais chateau, tipo partenza di Le Mans. E colpiscono l’occhio con la loro forma elegante e grintosa, caratterizzata dal muso lungo dominato dal “cofango” (il cofano che ingloba i parafanghi), dal frontale con fascia nera a contrasto che ricorda la mitica Daytona, dalla coda corta e tronca impreziosita dai flap laterali neri, dagli estrattori e dai 4 scarichi in evidenza e dal tetto in vetro brunato.
Aperta la portiera con maniglia a scomparsa della “nostra”, si entra nell’abitacolo pieno di inserti in carbonio, alcantara e pelle con impuntature in tinta con la carrozzeria. E sembra di stare in una navicella spaziale: sedili avvolgenti, sportivi ma molto comodi grazie alle infinite regolazioni elettroniche; volante da corsa con il pulsante digitale d’accensione, le grandi leve del cambio e il manettino per la regolazione della varie modalità di guida (Wet, Sport, Race, e le ultime due che staccano i controlli elettronici di trazione e stabilità); consolle centrale pulita e minimalista con una piastra per la regolazione del cambio (retromarcia, automatico, manuale), simile alla ghiera ad H dei cambi manuali che hanno fatto epoca; e tre display separati per cruscotto, schermo centrale e schermo per il passeggero.
Trovata la posizione, regolati gli specchietti ed eliminati gli Adas meno utili (azione che si può fare con un tasto grazie alla modalità di personalizzazione), pigiamo due volte il pulsante d’accensione e mettiamo in moto il cuore della nuova Gran Turismo Ferrari, il motore 12 cilindri a V aspirato da 6.5 litri rivisto e portato a ben 830 Cv con un regime di rotazione di 9.500 giri/minuto e 678 Nm di coppia a 7.250 giri/minuto, con l’80% disponibile già a 2.500 giri. Il rombo è possente e fatta manovra grazie all’ottima visuale generata dalle videocamere, usciamo dal cancello del castello del XVIII secolo e imbocchiamo dopo pochi metri uno stradone alberato con un rettilineo lunghissimo che invita a spingere immediatamente.
Messa la modalità Sport, il tono del motore si abbassa e il volume sale, e quando si schiaccia l’acceleratore, la 12Cilindri scatta in avanti con decisione. L’accelerazione nelle prime tre marce è impressionante: del resto fa da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e da 0 a 200 km/h in appena 7,9 secondi e supera i 340 km/h di velocità massima. Ma la grande potenza viene messa perfettamente a terra grazie alla sofisticata elettronica che regola l’erogazione della coppia e incrementa il grip all’occorrenza.
Con la 12Cilindri ci tuffiamo nelle strade dei parchi nazionali che costellano la regione, poco trafficate e con molte curve e brevi rettilinei, in grado di esaltare i freni potenti, ben dosabili e sempre all’altezza e la stabilità e la tenuta sia nei larghi curvoni veloci che nei tornanti più stretti, grazie alle quattro ruote sterzanti indipendenti che danno un’agilità notevole a un mezzo lungo 4,73 metri anche se con passo accorciato di 20 mm e che a secco pesa sempre 1.560 kg (meno comunque della precedente 812 Superfast). E’ chiaro che la potenza è tanta e l’acceleratore, soprattutto nelle modalità Sport e Race, va comunque sempre ben dosato.
Dopo una mezz’ora il cielo si oscura e inizia a diluviare pesantemente. La visibilità si riduce di colpo, anche se i tergicristalli e l’aerazione interna dimostrano di funzionare egregiamente senza mai far appannare i finestrini, e le strade vengono attraversate da rivoli d’acqua che rendono ancora più infido e scivoloso l’asfalto. Un’occasione per provare la modalità Wet e verificare la tenuta e se i tagli di potenza sono o no eccessivi. Indubbiamente l’erogazione si ammorbidisce, ma a me il settaggio messo a punto dai tecnici di Maranello è piaciuto molto, perché infonde grande sicurezza e consente di viaggiare veloci su fondi molto scivolosi, garantendo un’uscita dalle curve rapida anche con un lieve ondeggiamento del posteriore per mettere prima dritta la macchina e poter schiacciare il pedale del gas in vista della curva successiva in tranquillità senza rischiare di intraversarsi in accelerazione.
Passata un’ora abbondante sotto un’acqua torrenziale, torna finalmente il sereno e poco dopo arriviamo a Colmar-Berg dove c’è il circuito di prova pneumatici della Goodyear: una scelta non casuale, come tutta la trasferta in Lussemburgo, fatta proprio per celebrare il rinnovato accordo tra la casa di Maranello e il costruttore americano, un’alleanza che ha fatto la storia dell’automobile e della Formula 1. Goodyear, avvalendosi anche di un complesso simulatore montato in loco che abbiamo testato con incerte fortune, ha infatti realizzato su specifiche richieste dei tecnici Ferrari gli pneumatici Eagle F1 Supersport nelle misure 275/35ZR21 all’anteriore e 315/35ZR21 al posteriore, che vestono la 12Cilindri insieme ai Michelin Pilot Sport S5, montati durante la prova.
E in circuito si svolge il secondo atto della nostra esperienza con la 12Cilindri. Scesi in pista con un fiammeggiante modello rosso con interni blu, tutte le caratteristiche emerse nella prova su strada sono state confermate anche ad alte velocità. In particolare, abbiamo potuto apprezzare la rapidità del cambio robotizzato a 8 marce (che ha tempi di cambiata ridotti del 30% rispetto a quello montato sulla 812, a 7 marce), la stabilità alle alte velocità grazie ai flap laterali, preferiti a un mono-alettone, che si alzano tra i 60 e i 300 km/h e la potenza del motore che abbiamo potuto finalmente scatenare sul lungo rettilineo della pista Goodyear arrivando al limitatore dei 9.500 giri nelle prime cinque marce. E, soprattutto quando al volante si è seduto Raffaele De Simone, il “re” dei collaudatori Ferrari, che ha alzato decisamente il ritmo, la 12Cilindri, scivolando con agilità e grande velocità da una curva all’altra, ha confermato anche in circuito la validità del sistema a quattro ruote sterzanti indipendenti e delle sospensioni semi-attive.
Anche a Maranello si sta lavorando alla realizzazione di un bolide tutto elettrico che promette faville. Ma la forza economico-finanziaria del brand, per fortuna, le ha consentito di andare incontro alle attese degli appassionati più tradizionalisti, tirando fuori una V12 che rispetta la storia del Cavallino ma in chiave iper-moderna, con un motore aspirato brillantissimo e facile da guidare grazie all’ottima elettronica. La 12Cilindri Coupé parte da un prezzo di 395.000 euro, ma con le infinite personalizzazioni sarà facile arrivare al mezzo milione. Non è la Ferrari più veloce, non è la più esasperata. Ma sicuramente è quella che porta a un livello più alto l’eredità delle Gran Turismo che hanno costruito la leggenda del marchio: potenti, velocissime, ma anche comode, guidabili, eleganti, per andare anche a cena e a teatro e non solo in pista o su strade tutte curve. L’obiettivo a Maranello era questo: ed è sicuramente stato centrato.
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