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L’Idf ha colpito di nuovo la capitale libanese, questa volta quartieri residenziali lontano dai sobborghi che ospitano il quartier generale di Hezbollah. Si contano almeno 117 feriti. Le Nazioni Unite hanno avvertito che i caschi blu nel sud sono «sempre più a rischio»
Attacchi israeliani sul centro della capitale libanese Beirut hanno colpito un quartiere residenziale densamente popolato e ucciso almeno 22 persone. Si contano 117 feriti. Si tratta di un’area lontana dal sud della città, colpito nelle ultime settimane per la presenza del quartier generale di Hezbollah. Mentre le Nazioni Uniti hanno avvertito che i caschi blu nel sud del paese sono «sempre più a rischio». Giovedì infatti Tel Aviv ha preso di mira e colpito tre basi della missione, due delle quali sono italiane, schierata nel sud del Libano, con il pretesto di aver disposto l’evacuazione nei giorni scorsi. Nell’attacco, due caschi blu indonesiani sono rimasti feriti e sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura e le telecamere delle postazioni italiane. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia da cui aspetta risposta formale per gli eventi occorsi. «Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra, si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionali, non giustificate da alcuna ragione militare», ha affermato il ministro.
PUNTI CHIAVE
08:33
Gli attacchi dell’esercito israeliano contro le unità di peacekeeping delle Nazioni Unite nel Libano sudoccidentale sono “in violazione delle leggi di guerra”, e l’Onu “dovrebbe stabilire urgentemente, e i Paesi membri dell’Onu dovrebbero sostenere, un’indagine internazionale sulle ostilità in Libano e Israele con il mandato di denunciare pubblicamente le violazioni”. È quanto afferma Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto.
“In una dichiarazione pubblica”, scrive Hrw, “la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) ha affermato che il 10 ottobre 2024 un carro armato israeliano ha sparato e colpito una torre di osservazione presso il quartier generale dell’Unifil, ferendo due forze di peacekeeping. L’Unifil ha inoltre affermato che il 9 ottobre le forze israeliane hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio del quartier generale. Secondo le leggi di guerra, il personale Onu coinvolto nelle operazioni di peacekeeping, compresi i membri armati, è costituito da civili e gli attacchi deliberati contro di loro e le strutture di peacekeeping sono illegali e costituiscono crimini di guerra”.
In questo contesto, aggiunge Hrw, “le forze israeliane dovrebbero cessare gli attacchi illegali e consentire alla missione Onu di adempiere ai propri doveri di protezione civile e umanitari come previsto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.
08:14
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel – a margine del vertice dell’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) in Laos – ha condannato gli attacchi alle operazioni di pace delle Nazioni Unite: “Un attacco contro una missione di pace delle Nazioni Unite è irresponsabile e non è accettabile, ed è per questo che invitiamo Israele e tutte le parti a rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale”, ha affermato.
08:05
Due attacchi aerei israeliani hanno colpito il centro della capitale libanese Beirut, uccidendo 22 persone e ferendone almeno 117. Lo ha fatto sapere il Ministero della Salute Pubblica libanese. I video pubblicati dalla stampa locale e verificati dall’agenzia di fact-checking di Al Jazeera mostrano scene caotiche dopo gli attacchi aerei di giovedì sui quartieri di Ras el-Nabaa e al-Nuweiri.
Gli attacchi hanno colpito zone residenziali densamente popolate, con fiamme e fumo che si sono sollevati da due isolati residenziali. Molti residenti hanno abbandonato i loro appartamenti nei grattacieli della zona e si sono radunati nei cortili mentre i servizi di emergenza si precipitavano sul posto.
07:49
Il portavoce della missione delle Nazioni Unite Unifil, intervistato da Repubblica, ha fatto sapere che “i bombardamenti intorno alla base sono quotidiani” e “chi c’era all’interno non è stato colto di sorpresa”. “I livelli di allerta per la sicurezza erano già al massimo. Avevamo avuto già avvisaglie di pericolo reale, con colpi vicinissimi”, ha detto Tenenti.
Tenenti racconta che “non è stato subito chiaro che la torretta era stata colpita, perché si trova all’estremità della base. Alcuni colpi arrivati nei giorni scorsi sembravano più vicini: ma poi i colleghi che erano a Naqura hanno capito che c’erano dei feriti, e tutto è cambiato”. Nella missione ci sono 10.400 caschi blu provenienti da 50 Paesi e la decisione finale su un eventuale ritiro “spetta al Consiglio di sicurezza”, precisa, “ma io posso dirle che nessuno dei Paesi in questi giorni ha mai pensato ad andare via. Non è una nazione che può dirci cosa fare”.
Tenenti ha difeso il ruolo della missione: “Per 18 anni, da quando è passata la risoluzione 1701, Unifil ha mantenuto la tranquillità nel sud del Libano, nonostante non siano mancati i momenti di tensione. Le critiche sono legittime, ma non spetta a Unifil implementare la risoluzione: spetta alle parti in causa. Noi abbiamo organizzato decine di trilaterali in questi anni per far parlare le due parti. Chi pensa che una soluzione radicale di tipo militare sia la risposta a mio parere sbaglia”.
07:46
“È inaccettabile ciò che è successo a danno di alcune postazioni di Unifil nel Sud del Libano, è inaccettabile che per errore o ancora peggio intenzionalmente vengano colpite basi di Unifil. Da un paio di settimane il governo italiano avvertiva quello israeliano di questo pericolo”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in una intervista al Corriere della Sera.
“Israele può difendersi militarmente, ha tutto il diritto di rispondere al barbarico assalto del 7 ottobre. Ma le sue operazioni devono rispettare in ogni momento il diritto internazionale, i civili e in questo caso i contingenti delle Nazioni Unite”, ha proseguito, aggiungendo che gli “hanno sempre risposto che comprendevano pienamente i nostri messaggi, che avrebbero garantito le nostre indicazioni a chi opera sul campo” ma “purtroppo vedo che i risultati sono diversi da quanto ci è stato garantito”.
Tajani si augura “che adesso da Israele arrivino le scuse e la condanna per quanto è accaduto. Bene che l’ambasciata di Israele abbia annunciato l’apertura di una inchiesta”. Quanto al futuro della missione Unifil, il titolare della Farnesina assicura che “noi facciamo tutto quello che è in nostro possesso per garantire l’integrità di questi ragazzi ma la missione deve andare avanti per garantire la pace e impedire che la situazione degeneri”.
07:44
Con l’intensificarsi degli attacchi israeliani in Libano, le strutture sanitarie nelle aree più colpite dai bombardamenti sono state costrette a chiudere, con conseguenze devastanti per i civili e la loro possibilità di accedere all’assistenza sanitaria. È la denuncia di Medici Senza Frontiere (Msf), in una nota, in cui sottolinea che nelle ultime due settimane, gli attacchi israeliani hanno causato la morte di almeno cinquanta operatori sanitari, mentre secondo l’Ocha sei ospedali e 40 centri di salute hanno chiuso perché l’intensità dei combattimenti ha reso impossibile lavorare senza garanzie di sicurezza.
Msf, che nonostante sia in azione per rispondere ai nuovi bisogni della popolazione e garantire continuità di cure in diverse aree del paese ha dovuto sospendere alcune attività nelle aree più colpite dagli intensi attacchi aerei israeliani, esorta tutte le parti in conflitto a risparmiare i civili, le strutture mediche e il personale medico in Libano, per garantire che i servizi sanitari salvavita possano rispondere adeguatamente ai bisogni medici urgenti della popolazione.
“A causa dell’intensità della violenza, dei danni alle strade e della mancanza di garanzie di sicurezza, al momento non siamo in grado di raggiungere tutte le aree colpite” nel paese, “nonostante i crescenti bisogni medici e umanitari”, afferma Francois Zamparini, coordinatore delle emergenze di Msf in Libano.
07:42
“Israele sta cercando di invadere il Libano”, in diretta violazione dello statuto delle Nazioni Unite e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Lo ha detto il rappresentante libanese all’Onu, Hadi Hachem, intervenendo al Consiglio di Sicurezza, sottolineando come sia in corso un’invasione di un Paese sovrano. Il rappresentante libanese ha anche condannato gli attacchi contro l’Unifil e chiesto un cessate il fuoco immediato.
07:39
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano in Italia da cui aspetta risposta formale per gli eventi occorsi alle basi Unifil e ha protestato con il ministro della Difesa israeliana Gallant. «Non si è trattato di un errore, non si è trattato di un incidente», ha detto Crosetto, spiegando che «Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele» e l’Unifil «resta a difesa del diritto internazionale». Per Crosetto «non esistono linee rosse nazionali, ma stiamo parlando di una missione internazionale» e l’Onu va aiutata a diventare più forte, non più debole.
Su un eventuale ritiro di Unifil dal sud del Libano «la decisione spetterebbe alla comunità internazionale, ma non siamo ancora a quel punto», ha affermato il ministro, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Inoltre Crosetto ha alzato il tiro affermando che «gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane (contro l’Unifil, ndr) potrebbero costituire crimini di guerra, si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionali, non giustificate da alcuna ragione militare». Un affondo inusuale tra paesi alleati. (Vittorio Da Rold)
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