Piedimonte San Germano, Stellantis, pronti allo sciopero – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni #finsubito richiedi prestito immediato

Sentono “nostalgia” di futuro, cioè di una prospettiva stabile gli operai dell’universo Stellantis. In altre parole sono stanchi del continuo ricorso agli ammortizzatori sociali che, seppur incarnano una salvezza, non permettono la minima programmazione sul presente e sull’avvenire. Per questo chiedono modelli diversificati su una piattaforma che è modulare, dunque lo permetterebbe. A cascata l’indotto avrebbe più commesse e finirebbe lo stato di agonia perenne. D’altra parte anche gli stessi sindacati hanno incalzato su più tavoli per proporre di sganciarsi dalla sola prospettiva elettrica e introdurre l’ibrido.

Le assemblee
Tutto questo sta emergendo dalle assemblee che Fim, Fiom e Uilm stanno facendo nelle aziende dell’indotto in vista dello sciopero generale del 18 ottobre e della manifestazione a Roma da loro organizzata a livello nazionale: si partirà da piazza Barberini alle 9.30 per arrivare fino a piazza del Popolo. A Cassino si potrà salire sui pullman a partire dalle 6.30, con tappe a Frosinone e ad Anagni. In caso di adesione massiccia i bus saranno diversi per ognuna delle città. Fino al 15 ottobre, giorno in cui è programmata l’ultima delle riunioni in loco, quella nella fabbrica-ammiraglia, le sigle continueranno a incontrare i lavoratori e a confrontarsi con loro. Finora sei le assemblee nelle aziende del comparto metalmeccanico, ogni giorno ce n’è più di una in agenda.

Il “clima”
«La partecipazione è tanta – spiega il segretario Fiom Latina-Frosinone, Donato Gatti – gli operai sono delusi dal comportamento sia del governo che di Stellantis perché tutte le promesse fatte sono rimaste tali». Chiaro anche sugli ammortizzatori sociali ormai agli sgoccioli, laddove senza una legge speciale per il rinnovo circa 600 sono i dipendenti a rischio.
«Servono perché sono in scadenza – incalza Gatti che poi passa a raccontare l’umore durante le assemblee – tuttavia gli operai vogliono più produzioni per quanto riguarda il territorio che consenta di progettare un futuro per loro e per i loro figli. Il vero problema è proprio il futuro perché le misure sono fini a se stesse, dobbiamo chiedere più modelli sul territorio: la piattaforma è modulare, può fare sia auto premium che altre. Da tempo, anche come Fiom, chiediamo un aumento e una diversificazione dei modelli, è fondamentale per ripartire».

Il convegno
E proprio nella giornata di oggi la Cgil di Frosinone e Latina si ritroverà a convegno anche sul delicato tema. Alle 9.30 nella sala Restagno del Comune di Cassino, si parlerà di “Politiche Industriali-Sfide e Opportunità di Rilancio: l’Automotive e Oltre”. Nel dibattito moderato dal giornalista Alessio Porcu prenderanno la parola Giuseppe Massafra, segretario generale Cgil Frosinone Latina, che introdurrà i lavori seguirà Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio, Luca Di Stefano, presidente della Provincia di Frosinone, Enzo Salera, presidente della Consulta dei Comuni, Sara Battisti, consigliere regionale del Pd e Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio.

Da Bruxelles
Intanto al parlamento Europeo, durante la seduta del comitato delle regioni dove era presente anche il consigliere regionale di FdI Daniele Maura è stato votato un documento comune da tutti i rappresentanti delle regioni d’Europa per chiedere alla Commissione europea una revisione, entro il 2025, del regolamento che vorrebbe il divieto di vendita delle auto a benzina e diesel entro il 2035. «Il settore automotive – ha spiegato Maura – è in crisi e scelte scellerate non possono contribuire ad affossare un settore fondamentale per l’economia sull’altare del “fanatismo” ambientalista. Con il voto del comitato delle Regioni, mandiamo un messaggio chiaro: sì alla transizione sostenibile, ma rispettando le specificità regionali e le criticità economiche. L’automotive, che nella Regione Lazio e, in particolare, per la provincia di Frosinone è un settore cruciale, non può essere colpito ulteriormente da disposizioni europee che evidentemente non tengono conto dell’impatto sui territori».