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Il canone Rai resterà “scontato” di 20 euro anche per il 2025. Ad anticiparlo, se tutto sarà confermato dopo il passaggio in Parlamento della prossima Legge di bilancio, è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa di presentazione della bozza della Manovra 2025. Vediamo dunque come funzionerà la tassa sulla tv il prossimo anno.
In occasione della conferenza stampa di presentazione della bozza della Manovra 2025 approvata dal governo Meloni il 15 ottobre, a un giornalista che gliene chiedeva conto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato che non ci saranno modifiche rispetto allo scorso anno per il canone Rai.
Dunque, tradotto, significa che anche per il 2025, a differenza di quanto previsto prima, il canone tv ammonterà a 70 euro anziché 90. Uno sconto di 20 euro, particolarmente apprezzato dagli italiani, visto che si tratta di un addebito automatico nella bolletta della luce, già particolarmente pesante.
Forse non tutti sanno che dal 1° gennaio 2024, per combattere l’inflazione e rispondere al caro vita, il governo aveva stabilito un taglio del 25% dell’importo dovuto per il canone Rai. Questo aveva appunto fatto scattare una riduzione dell’importo da 90 a 70 euro, con un risparmio di 20 euro all’anno sulla bolletta.
Non si tratta di una misura strutturale, tanto che avrebbe dovuto sussistere solo nel 2024, ma ora Giorgetti e la sua squadra hanno annunciato che anche per il 2025 verrà applicato lo sconto.
Come sappiamo, il canone tv è una tassa proprio come tutte le altre, quindi è obbligatoria, salvo eccezioni, per tutti coloro che abbiano uno o più televisori. Attenzione che, trattandosi di un’imposta sul possesso dell’apparecchio tv, il canone deve essere pagato indipendentemente dall’uso della televisione o dalla scelta delle emittenti televisive.
In verità, in merito all’obbligo di pagamento del canone, la legge fa addirittura riferimento a “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. Questo nel corso del tempo ha generato non poca confusione, tanto che il Ministero dello Sviluppo Economico-Dipartimento per le Comunicazioni, con una nota del 22 febbraio 2012, aveva precisato cosa debba intendersi con questa espressione.
In pratica, devono ritenersi soggetti al pagamento del canone tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale, terrestre o satellitare, di radiodiffusione dall’antenna radiotelevisiva. Quindi, per capirci, un apparecchio originariamente munito di sintonizzatore, come tipicamente un televisore, rimane soggetto a canone anche se successivamente privato del sintonizzatore stesso, ad esempio perché lo si intende utilizzare solo per la visione di dvd. Invece i computer, anche se collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l’ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone.
Per contro,
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