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Niente da fare per le Terme di Caramanico: anche la sesta asta è andata deserta. Un esito prevedibile ribadisce il vicepresidente del consiglio regionale Antonio Blasioli (Pd) commentando l’esito della gara e che lui stesso aveva pronosticato qualche settimana fa alla luce del fatto, aveva denunciato, che non fosse ancora stato sottoscritta con l’aggiudicatario delle acque termali la concessione su cui, tra l’altro, aveva sollevato diverse perplessità.
Niente offerte dunque anche questa volta sia per il lotto 1, quello dello stabilimento termale, che per il lotto 2, quella della Reserve con una situazione in stallo ormai da anni e che pesa sempre di più sul territorio. Blasioli fa quindi sapere che venerdì 18 ottobre andrà nella sede di Areacom (l’Agenzia regionale per la committenza) per ritirare gli atti che aveva richiesto e che non sono stati “mai trasmessi”, sottolinea, con la questione “Terme di Caramanico” che approderà, forse il 14 novembre, in commissione vigilanza come da lui richiesto.
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“Giova ricordare come a seguito del susseguirsi dei ribassi i due lotti abbiano ormai raggiunto una base d’asta pari a 5milioni 215mila 890,36 euro per le Terme e 7 milioni 74mila 88,35 euro per la Reserve (a fronte dei circa 10 milioni originari per la prima e i circa 14 per la seconda). Una cifra praticamente dimezzata che tuttavia non ha modificato l’annunciato esito dell’asta”, sottolinea il vicepresidente del consiglio regionale. “Ma non poteva essere altrimenti considerato che dopo nove mesi Areacom e Regione Abruzzo non sono neanche riusciti a sottoscrivere la convenzione per lo sfruttamento delle acque – ribadisce -. Eppure ricordiamo perfettamente le dichiarazioni del presidente Marsilio con cui lo scorso gennaio annunciava l’individuazione del soggetto aggiudicatario”.
“La gara è stata effettivamente assegnata da Areacom il 29 gennaio 2024 con determinazione numero 12, tuttavia l’affidamento è stato formalizzato solo 7 mesi dopo, il 27 agosto, a seguito della verifica dei requisiti. Sono trascorsi altri due mesi circa e la convenzione non è ancora stata sottoscritta a causa di alcuni errori e carenze che ho già evidenziato qualche settimana fa”. I documenti di cui parla sono, aveva spiegato il 25 settembre nel corso di una conferenza stampa, il piano industriale e lo studio di fattibilità delle opere e degli interventi oltre al documento sulle opere di compensazione e la polizza fideiussoria che sarebbe stata solo annunciata da Areacom e mai consegnata. Una mancanza di documenti di cui proprio l’agenzia regionale in sette mesi, aveva denunciato ancora Blasioli, non si era mai accorta. Un quadro aggravato dal fatto, aveva quindi riferito, che l’aggiudicatario delle acque avesse incluso anche la sorgente “La Salute” tra quelle da gestire, ma questa a luglio è stata data in concessione al Comune di Caramanico chiedendosi come si intendesse superare la questione, se mai superabile.
Nel ribadire che gli atti chiesti per fare chiarezza non li ha ancora ricevuti, Blasioli aggiunge: “l’agenzia regionale per la committenza non è nuova a questi silenzi, per cui venerdì, al fine di acquisire la documentazione, mi recherò personalmente presso gli uffici come già fatto in precedenza per la vicenda Naiadi”.
“Intanto, prosegue inesorabile il depauperamento di patrimonio e territorio – chiosa -. Continuo a ritenere che la soluzione migliore sia quella prospettata dal gruppo ‘Uniti per Caramanico’ contenuta in una mozione presentata in consiglio comunale e bocciata dalla precedente amministrazione, e cioè che la Regione acquisti i beni e riunisca in una unica concessione beni immobili e sfruttamento delle acque”.
“Tuttavia, se il presidente Marsilio coltiva idee differenti è bene che le esponga pubblicamente, informi la cittadinanza, e soprattutto agisca. Quel che è certo infatti è che Caramanico e il comprensorio della Maiella non possono più attendere, che è sbagliato scorporare la concessione delle acque termali dal bene perché si potrebbero verificare anomale posizioni di vantaggio, e in questa situazione mi aspetto che anche il Tribunale fallimentare svolga al meglio il proprio lavoro nell’interesse dei creditori. Ricordo che solo il Comune di Caramanico – conclude Blasioli – vanta un credito nel passivo fallimentare di 2,5 milioni di euro, una somma in grado di mettere in ginocchio qualsiasi piccolo Comune”. Il punto ora auspica si possa fare nella commissione Vigilanza che ha già chiesto al presidente Sandro Mariani e che potrebbe tenersi il 14 novembre.
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