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Rosaria Amato
ROMA — Da un certo punto di vista è una buona notizia: l’economia sommersa cresce molto di più di quella illegale. Dall’altro ci si può chiedere legittimamente che fine abbia fatto la lotta all’evasione fiscale, visto che, fa sapere l’Istat, nel 2022 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata, ovvero dalla somma di economia sommersa e attività illegali, si è attestato a 201,6 miliardi di euro, segnando una crescita del 9,6% rispetto all’anno precedente (quando era 184,0 miliardi). A trainare la crescita è soprattutto la “sotto-dichiarazione” del valore aggiunto, a cominciare dal fatturato (+11,5%). Anche la stima delle entrate da attività illegali (quelle incluse nel calcolo del Pil dei Paesi Ue sono la produzione e il commercio di stupefacenti, i servizi di prostituzione e il contrabbando di tabacco) è comunque in crescita, e sfiora i 20 miliardi: si tratta di una componente leggermente inferiore al 10% dell’economia sommersa.
Mancano all’appello dei conti pubblici dunque 182 miliardi, che vengono da attività legali ma sconosciute al fisco. Un dato che fa paura, e che pure rappresenta un modesto passo in avanti rispetto a quando l’Istat ha iniziato a pubblicare le prime serie sull’economia sommersa, e cioè nel 2011: allora la quota era del 10,8% del Pil, e nel 2014 ha raggiunto il picco dell’11,5%, per poi calare all’attuale 9,1%. Tra le componenti del sommerso si registra una crescita moderata dei lavoratori in nero (+0,1% sul 2021) ma maggiore del valore aggiunto da loro generato (+5,6%): il lavoro irregolare pesa per 69 miliardi di euro. Tradotto in numero di lavoratori, si tratta di poco meno di tre milioni, prevalentemente dipendenti (circa 2 milioni e 168 mila unità). I settori dove sono maggiormente concentrati sono i servizi alla persona (anche per la presenza del lavoro domestico, precisa l’Istat), seguiti dall’agricoltura.
A crescere a ritmo molto più consistente è la “sottodichiarazione del valore aggiunto”, cioè l’occultamento intenzionale delle entrate, che supera i 100 miliardi, con un aumento di 10,4 miliardi di euro (+11,5%) rispetto al 2021. In crescita il sommerso per i professionisti, mentre c’è una forte riduzione nelle costruzioni, sicuramente per via del Superbonus e delle altre agevolazioni edilizie, che hanno spinto all’emersione della contabilità dei lavori. Il sommerso si riduce anche nell’agricoltura e nella produzione di beni alimentari e di consumo.
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