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L’inflazione non è ancora stata sconfitta: la crisi immobiliare potrebbe riportarla in auge #adessonews

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L’inflazione è migliorata drasticamente da quando la Federal Reserve ha avviato i suoi aggressivi rialzi dei tassi nel 2022, ma la crisi del mercato immobiliare non è scomparsa e potrebbe addirittura rinnovare la pressione inflazionistica.

Le scorte di case sono ancora scarse e i tassi ipotecari, pur essendo ben al di sotto dei massimi dell’anno scorso, sono saliti nelle ultime settimane. Secondo Mortgage News Daily, l’ultimo tasso fisso a 30 anni era al 6,68%, in aumento di 0,53 punti percentuali rispetto a un mese fa.

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Questo perché l’inizio del ciclo di riduzione dei tassi della Fed non è riuscito a innescare il calo sostenuto dei costi di finanziamento che i potenziali acquirenti di case avevano a lungo sperato. In effetti, i tassi ipotecari potrebbero rimanere al livello attuale per un po’ di tempo, poiché i solidi dati economici e la cautela dei funzionari della Fed attenuano le prospettive di un futuro allentamento.

Il gigante dei mutui Freddie Mac ha ribadito questo punto di vista nel suo ultimo rapporto sul mercato immobiliare di venerdì scorso, affermando di vedere i tassi ipotecari scendere “molto gradualmente nel tempo, con una potenziale volatilità dovuta alle notizie economiche che possono sorprendere il mercato”.

Questo miglioramento incrementale non fornirà una grande spinta al mercato immobiliare, poiché le scorte rimarranno limitate e gli acquirenti di case si terranno in disparte in attesa che i tassi ipotecari scendano ulteriormente, ha aggiunto il rapporto.

Ci sono stati alcuni segnali che indicano che l’effetto lock-in si sta attenuando con il calo dei tassi, aumentando l’offerta sul mercato, ma questo non è sufficiente a soddisfare l’elevata domanda, il che significa che i prezzi delle case continueranno a salire, secondo le previsioni di Freddie Mac.

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Certo, le prospettive per l’economia nel suo complesso appaiono positive, in quanto il taglio di mezzo punto dei tassi da parte della Fed stimolerà la spesa dei consumatori e il credito.

“Tuttavia, sebbene le pressioni inflazionistiche siano diminuite, vi sono potenziali rischi di rialzo per l’inflazione”, avverte il rapporto. “Un settore  in cui l’inflazione potrebbe riemergere è quella degli alloggi, in un contesto in cui lo squilibrio fondamentale tra domanda e offerta rimane una sfida importante per il mercato immobiliare”.

Un’eventuale riaccelerazione dell’inflazione potrebbe ridurre ulteriormente le aspettative di un maggiore sollievo da parte della Fed. I dati più recenti sui prezzi al consumo hanno mostrato che il mese scorso l’inflazione è risultata più rigida del previsto, rendendo improbabile un altro taglio dei tassi di dimensioni gigantesche.

Inoltre, dato che i costi degli alloggi rappresentano una parte consistente della gamma di spese che concorrono alle letture ufficiali dell’inflazione, una maggiore pressione al rialzo su questo fronte potrebbe avere effetti eccessivi sui dati complessivi.

La continua solidità dell’economia e del mercato del lavoro potrebbe anche lasciare meno spazio ai prezzi altrove, se l’inflazione abitativa dovesse riprendersi. Alcuni analisti hanno addirittura affermato che gli Stati Uniti non solo eviteranno una recessione, ma anche un rallentamento “soft landing”, con l’economia che invece si rafforzerà fino al “no landing”.

Mentre la crisi immobiliare si trascina, gli americani si sentono in trappola. Secondo una nuova ricerca di Edelman Financial Engines, più di un terzo (36%) dei proprietari di case si sente bloccato nella propria abitazione e non può trasferirsi. Questa percentuale sale a quasi il 50% per i proprietari di case sotto i 50 anni, che sono per lo più costituiti dalla generazione Z e dai millennial.

Anche la fascia alta del mercato immobiliare si sente bloccata, secondo la società di consulenza immobiliare Knight Frank, che ha pubblicato giovedì il rapporto sul mercato statunitense per il quarto trimestre del 2024.

“Nonostante una maggiore prevalenza di acquirenti in contanti, gli elevati costi di finanziamento hanno pesato sull’attività anche nei mercati del lusso”. “Gli acquirenti di prima scelta tendono ad avere ricchezza vincolata in altre classi di attività, molte delle quali sono state danneggiate dall’aumento dei tassi. Questo aggiunge incertezza, aggravata dalle elezioni di novembre”.

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Questa storia è stata originariamente pubblicata su Fortune.com

(Foto: GETTY IMAGES).



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