Diminuiscono sensibilmente le transazioni immobiliari (-13,9), scendono vertiginosamente gli acquisti con mutui (-30,9%), ristagna il mercato degli affitti e in generale in Toscana quella abitativa è ancora un’emergenza: sono alcuni degli elementi contenuti nel XIII rapporto di monitoraggio sulla condizione abitativa “Abitare in Toscana”, curato dall’Osservatorio Sociale di Regione Toscana e Anci Toscana, con la collaborazione del Settore regionale Politiche abitative e Irpet.
Il volume è stato presentato ieri nell’auditorium di Sant’Apollonia a Firenze, e offre un’analisi approfondita dei principali fenomeni che influenzano la qualità abitativa nella regione: dinamiche sociodemografiche, economiche e le condizioni del mercato immobiliare e dell’edilizia residenziale pubblica.
Le politiche pubbliche della casa a sostegno dei ceti meno abbienti procedono all’insegna dello sviluppo con 453 alloggi Erp in più, ma con chiaroscuri sul versante dei finanziamenti del fondo affitti e di quello per la morosità incolpevole da parte del governo.
I dati nel rapporto sono relativi al 2023 ma la riflessione si è incanalata su un piano di assoluta attualità: “Come Regione crediamo nel valore sociale della casa e dei temi dell’abitare, per un welfare che dia risposte integrate ai bisogni delle persone e per la coesione sociale delle nostre comunità” ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani.
“Povertà abitativa condizione diffusa”
“A fronte di un contesto nazionale in cui si è smesso di investire nelle politiche per la casa – ha proseguito Giani – noi continuiamo a investire per il ripristino e l’ampliamento del patrimonio Erp, per gli alloggi a canone sostenibile, per la rigenerazione urbana”.
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A questo proposito l’assessora regionale alle politiche sociali e alla casa Serena Spinelli ha indicato le principali azioni in corso: “Stiamo procedendo nell’attuazione del Piano Casa regionale, con una risposta positiva verso gli obiettivi previsti: per la ristrutturazione degli alloggi pubblici abbiamo messo a disposizione dei comuni 10 milioni e i lavori nei circa 470 alloggi coinvolti saranno conclusi nei primi mesi del prossimo anno. Inoltre, per la costruzione di nuovi immobili, la Regione sta utilizzando 30 milioni di risorse comunitarie e ha pubblicato uno specifico bando, di cui entro la fine dell’anno sarà definita la graduatoria per il finanziamento dei progetti”.
“Allo stesso tempo – ha aggiunto – siamo in linea con i tempi previsti dal Pnrr per i lavori di manutenzione, efficientamento energetico e miglioramento antisismico che riguarderanno ben 2.700 alloggi sul territorio regionale”.
“L’emergenza abitativa – ha detto Susanna Cenni, presidente di Anci Toscana – è uno dei problemi più pressanti per i Comuni, che i sindaci si trovano ad affrontare quotidianamente. I dati dell’Osservatorio, a cui Anci Toscana collabora fattivamente, ci dicono come sia sempre più difficile per tanti cittadini l’accesso all’abitazione; e l’indagine rivolta ai Comuni conferma questa sofferenza”.
“La povertà abitativa è ormai una condizione diffusa – ha sottolineato – che per noi è obbligatorio contrastare con ogni mezzo. Per questo, Anci Toscana continuerà ad essere a fianco della Regione per realizzare politiche eque e sostenibili, e sperimentare nuove forme dell’abitare che possano aiutare ad uscire dall’emergenza”.
Ma vediamo, in sintesi le principali evidenze presenti nel rapporto.
Accesso all’abitazione
Le difficoltà di accesso alla casa aumentano anno dopo anno, come mostra la crescita continua dell’Affordability index, che misura il grado di accesso all’acquisto della casa da parte delle famiglie italiane. L’indice è costruito mettendo in relazione il valori di acquisto di un’abitazione al metro quadro e i redditi medi di lavoro.
Secondo questo indice attualmente servono in media 7 annualità di reddito per acquistare una casa in Toscana, ma queste annualità salgono a 23 se si considera di destinare a tale scopo il 30% del reddito, ovvero la quota che viene ritenuta economicamente sostenibile anche per la concessione di mutui. Tale forbice si è ampliata notevolmente, passando dalle 18 annualità del 1986 alle 27 odierne.
Attualmente il 4,1% delle famiglie toscane si trova in una situazione in cui le spese abitative complessive superano il 40% del reddito netto disponibile, al netto di eventuali sussidi abitativi.
Mercato immobiliare
Dopo due anni di crescita nel 2023 si registrata una diminuzione significativa delle transazioni immobiliari: -13,9% rispetto all’anno precedente.
Anche gli acquisti con mutuo calano in maniera drastica, se comparati con quelli del 2022: –30,9%. Il dato può essere ricondotto all’aumento dei tassi di interesse, che hanno reso poco conveniente l’accensione di mutui.
Per quanto riguarda il mercato delle locazioni, per il 2023 mostra segni di stagnazione, con un aumento marginale nei contratti registrati (+0,3%). Diminuiscono però le locazioni riguardanti immobili destinati ad uso abitativo, mentre crescono quelle commerciali.
Misure di sostegno all’affitto
Il Fondo sociale per l’affitto non è stato finanziato a livello nazionale nel 2023 subendo così una significativa riduzione delle risorse, basate esclusivamente sul contributo regionale e su quello da parte dei Comuni. La dotazione effettiva per il 2023 è stata pari a poco più di 12 milioni di euro (era stata di quasi 28 milioni l’anno precedente).
Le domande complessivamente pervenute ai Comuni toscani sono 17.699, di cui 13.529 di fascia A (ossia con condizioni socioeconomiche svantaggiate) e 4.170 di fascia B (ovvero nuclei con redditi tali da non poter far totalmente fronte alle spese abitative, definita come ‘fascia grigia’).
Sfratti
Torna ad aumentare sensibilmente il trend delle richieste di sfratto dopo il blocco negli anni del Covid: nel 2023 sono ben 8.604 le richieste d’esecuzione. Per lo stesso anno gli sfratti effettivamente emessi sono stati circa 2.500 su tutto il territorio regionale, con un incremento rispetto all’anno precedente del 163%.
Fondo morosità incolpevole
Al pari del fondo per l’affitto, anche il Fondo di sostegno alla morosità incolpevole, che va a supportare cittadini che possono comprovare una riduzione del proprio reddito dettata da cause di forza maggiore, quale la perdita del lavoro, la cassa integrazione, non è stato rifinanziato negli anni 2022 e 2023.
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