“Il nostro Appennino rappresenta il territorio ideale in cui sviluppare un futuro orientato alla ricerca di una più elevata qualità della vita. Le risorse sono straordinarie: l’autenticità del paesaggio rurale, la purezza di aria e acqua, i borghi antichi, le ricchezze storiche e artistiche (si pensi al sistema dei castelli e delle pievi), unite a potenzialità economiche solo in minima parte già esplorate, nell’agro-alimentare, nel turismo, nell’imprenditoria high-tech.
Il nostro Appennino ospita alcune eccellenze dell’innovazione industriale e dei servizi, e l’esempio della zona di Varano Melegari/Val Ceno ne è una delle testimonianze. Così come vi sono realtà in campo civile e religioso che svolgono un ruolo importantissimo per il comprensorio dell’alta Val Taro, Borgo Taro-Compiano-Bedonia: istituzioni sanitarie di qualità come l’ospedale di Borgotaro, centri religiosi che hanno saputo aprirsi al territorio come il seminario di Bedonia, borghi storici come Compiano.”
Pietro Vignali, candidato alle regionali nella lista di Forza Italia, crede molto nel potenziale delle terre alte, come ha evidenziato nell’incontro pubblico presso la biblioteca Manara di Borgotaro insieme alla candidata di Forza Italia Sabina Delnevo, già sindaca di Compiano.
“Ma nonostante l’interesse verso l’Appennino da parte del turismo internazionale sia in crescita, purtroppo si riscontra in parallelo un fenomeno di progressivo spopolamento. Il ruolo degli enti locali e della Regione in particolare può essere decisivo per promuovere un’inversione di tendenza” continua Vignali. “La Regione in questi anni ha speso risorse economiche sulla montagna, ma con importi troppo inferiori ad analoghi investimenti sulla costiera romagnola e per interventi prevalentemente a pioggia. L’incidenza reale di questi finanziamenti sullo sviluppo complessivo della montagna è stato inconsistente. E’ mancata una visione complessiva, una progettualità che affronti i nodi strutturali della crisi dell’Appennino.”
Vignali ha presentato le sue proposte: “Occorre dare priorità a uno sviluppo infrastrutturale che permetta all’Appennino di non essere tagliato fuori, come oggi è, dalle principali reti di comunicazione, sia quelle materiali (quindi strade, trasporti, energia), che immateriali. Per le infrastrutture materiali vogliamo promuovere un piano di potenziamento delle strade dai centri maggiori alla montagna. Si è visto negli ultimi decenni come alcuni interventi viabilistici, per esempio il tratto stradale casello di Ghiare-Borgotaro, siano stati decisivi per dare impulso alla comunità delle valli, limitandone l’isolamento. Nello specifico c’è la necessità di un sistema ferroviario metropolitano Parma-Fornovo-Borgotaro. La Regione si deve farsi promotrice di uno sviluppo deciso delle fonti energetiche sostenibili (piccole centrali idriche soprattutto e solare, mentre si ritiene di dovere limitare l’eolico, troppo impattante sul paesaggio), dando un impulso importante alle Comunità Energetiche.”
“Altrettanto importanti sono le infrastrutture immateriali” aggiunge Delnevo. “In concreto significa, imporre il completamento dei collegamenti della banda larga in tutte le aree della montagna, sviluppare con interventi capillari la copertura territoriale della telefonia mobile (troppe aree dell’Appennino sono ancora senza segnale), così come garantire la piena copertura da parte dei ripetitori TV, posto che aree vastissime e interi comuni non ricevono i canali RAI, pur pagando obbligatoriamente tutti i cittadini il canone.”
In tema di sociale, la candidata di Forza Italia ritiene che “specifica attenzione debba essere riservata ai bambini e agli anziani, garantendo il sistema scolastico primario, scuole per l’infanzia e asili nido, alle giovani coppie e recuperando centri rurali (si pensi all’esperimento di Tiedoli) per farne centri vivi in cui anziani e giovani possono condividere servizi e senso di comunità. I presidi territoriali socio-sanitari devono svilupparsi in una rete più capillare in cui i servizi di base siano garantiti anche nei centri minori, promuovendo piccole case della salute nelle zone montane meno raggiungibili.”
“La Regione, di concerto con i Comuni, dovrà essere promotrice di un’offerta turistica che valorizzi i borghi antichi, le case rurali, i paesi della montagna, senza snaturarli, favorendo gli alberghi diffusi, le piccole trattorie, l’agriturismo” conclude Vignali. “Occorre mettere i Parchi a sistema tra loro con un coordinamento unico, in modo da costruire un polo di attrazione per un turismo sostenibile e responsabile. Così come sarà necessario sburocratizzare il sistema di vincoli per le pratiche edilizie che lega le zone a parco e addirittura quelle a pre-parco anche per interventi minimali che sono soggetti a iter snervanti per la popolazione e le attività produttive residenti.”
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