L’ordinanza del sindaco Lepore ha la precedenza. L’ira di Scaroni: “Incomprensibile”. Casini: “Siamo stupiti anche noi”. Fenucci, ad rossoblù: “Scelta saggia”
Bologna-Milan non accompagnerà il pomeriggio dei tifosi: sarà rinviata a febbraio e chissà quale serata terrà impegnati milanisti e bolognesi. Di sicuro non si giocherà oggi al Dall’Ara e in nessun altro stadio italiano. La decisione è diventata ufficiale dopo l’ultimo consiglio di Lega di ieri. “La Lega Serie A prende atto dell’Ordinanza del Sindaco di Bologna n. 761919/2024, che non consente la disputa neanche a porte chiuse della partita, rinviandola a data da destinarsi”. L’Ordinanza del Sindaco di Bologna Lepore, tutto parte da qui due giorni fa. O prima, esattamente quando i danni provocati dall’alluvione in Emilia-Romagna suggeriscono al primo cittadino di Bologna di rinviare la partita: la gara – scrive in un comunicato – porterebbe “in una delle aree più critiche della città circa 35mila persone con conseguenti problemi di Ordine Pubblico per la presenza della tifoseria e la chiusura del traffico in tutta la zona circostante sin dal primo pomeriggio e fino alla notte… tutto ciò creerebbe notevoli difficoltà alle operazioni in corso e aggraverebbe il contesto in cui già si trova quella zona, creando rischi per l’incolumità e la sicurezza delle persone”, che il sindaco ha il dovere di tutelare.
Porte chiuse
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Qui però si inserisce l’ipotesi delle porte chiuse, o del campo neutro. Opzioni che ieri hanno tenuti impegnati i consiglieri di Lega. Il Bologna si è opposto alla prima alternativa. E per scegliere uno stadio di riserva non c’erano più – a quel punto – i tempi tecnici. Il Milan è allibito, furioso. Lo fa sapere attraverso il suo numero uno, il presidente Scaroni: “Una decisione incomprensibile, il Sindaco ha vietato la gara a porte chiuse. Non ho capito perché, ma di fronte a un’ordinanza istituzionale abbassiamo la testa”. Per il club il responsabile di una scelta che appare senza logica, è appunto Lepore. Giocare a porte chiuse avrebbe risolto il problema: non ci sarebbe stata sicurezza dei tifosi da tutelare. Per i rossoneri anche la Lega avrebbe potuto fare di più, per esempio affrettarsi a convocare un Consiglio urgente e indicare già giovedì sera uno stadio che avrebbe potuto accogliere le squadre. Di fatto ce n’era uno solo in cui poter giocare: Empoli. Rinviare la decisione al pomeriggio di ieri ha reso vano il tentativo di organizzare la gara in un altro impianto: troppi nodi da sciogliere in poco tempo. Così però il Milan giudica il campionato manomesso.
Dall’altra parte il Bologna è soddisfatto, ha ottenuto il rinvio auspicato. Il club ha abbracciato la decisione del Sindaco, senza forzare la mano per giocare a porte chiuse o altrove. Spiega l’ad Fenucci: “Scelta saggia. Accettiamo il rinvio di fronte alle difficoltà organizzative e per la solidarietà verso le famiglie colpite. Vorremmo lo stadio pieno per destinare loro metà dell’incasso. Le porte chiuse sono sempre una sconfitta per il sistema calcio”. La Lega aveva ipotizzato anche una donazione alla popolazione alluvionata, in sostituzione del 50% ricavato dal botteghino (che il club rossoblù aveva deciso di destinare già giovedì attorno alle 14,30). Un’idea che non è stata approfondita. Per il club rossoblù fa fede l’ordinanza del Sindaco (che ieri mattina, dopo una riunione col prefetto, aveva parlato con la Lega calcio). E con lo stadio chiuso non avrebbe avuto senso cercarne uno di scorta, lontano dai tifosi. Motivazioni con cui l’ad rossoblù ha convinto (partecipando al Consiglio da uditore esterno) i consiglieri di Lega. Al tavolo Rebecca Corsi, Luca Percassi, Maurizio Setti e lo stesso Paolo Scaroni. Il presidente rossonero, che pure aveva fatto di tutto per giocare, si è astenuto dal voto in quanto l’oggetto della discussione riguardava il suo club. La Lega, con il presidente Casini, replica: “Siamo sorpresi anche noi dall’ordinanza del Sindaco. In genere è il Prefetto a prendere queste decisioni. E sul giocare a porte chiuse non c’è stata la sua disponibilità. Il campo neutro oggi non è una soluzione contemplata dalla statuto, vedremo in futuro di inserirla. Ha prevalso un atto amministrativo che impediva il raggiungimento dell’impianto per natura pubblica. Il Milan aveva dato disponibilità a giocare ovunque, per il Bologna era più problematico”.
Recupero
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Bologna-Milan si giocherà dunque in infrasettimanale a febbraio. Quando ancora non si sa: 11-12 e 18-19 sono impegnati da ipotetici turni di playoff Champions. Inizio e fine mese sono già destinati ai quarti di Coppa Italia: dipenderà dunque dal cammino delle due squadre nelle altre competizioni.
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