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Pensioni dimezzate per le donne, la parità di genere è ancora lontana sulle retribuzione. Pensplan Centrum: “Senza cambi di passo il pareggio arriverà solo nel 2154” #finsubito prestito immediato


TRENTO. La parità di genere nel trattamento pensionistico obbligatorio è ancora lontana e nella decima edizione dell’Equal Pension Day, l’iniziativa organizzata ogni anno da Pensplan Centrum, si è richiamata l’attenzione sulla disparità di trattamento ancora esistente tra uomini e donne. La società di welfare del Trentino Alto Adige spiega che solo nel 2154 si raggiungerà la parità senza un deciso cambio di passo.

 

Le pensioni di vecchiaia delle donne, secondo i dati più recenti dell’Osservatorio statistico dell’Inps, sono ancora quasi dimezzate rispetto agli uomini. Ma questo non è l’unico dato preoccupante e per questo servono azioni, anche politiche, per aiutare le donne a costruirsi un futuro più solido.

 

“Il divario tra la retribuzione pensionistica delle donne rispetto a quella degli uomini è ancora troppo elevato”, commenta l’assessore regionale Carlo Daldoss. “Come Regione autonoma Trentino – Alto Adige, abbiamo già adottato misure per fornire sostegni finanziari. Per chi deve interrompere l’attività lavorativa per prendersi cura dei figli o di persone non autosufficienti all’interno della famiglia, offriamo contributi previdenziali annuali che vanno dai quattro ai novemila euro per integrare il loro percorso previdenziale. Esiste anche un aspetto culturale che necessita di un cambiamento e di una crescita all’interno della nostra comunità affinché venga riconosciuto il giusto valore al lavoro e al contributo che le donne danno quotidianamente all’interno della famiglia e della nostra società”.

 

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Le biografie professionali delle donne differiscono significativamente da quelle dei colleghi maschi. Le interruzioni dovute al lavoro familiare non retribuito, le minori opportunità di sviluppo, i contratti part-time più frequenti sono solo alcuni aspetti che portano a un divario salariale. Le donne devono quindi attivare il prima possibile una solida strategia di previdenza complementare.

 

“Purtroppo è ancora un dato di fatto che le donne percepiscano una pensione di vecchiaia significativamente inferiore rispetto agli uomini”, le parole di Johanna Vaja, presidente di Pensplan Centrum. “Secondo gli ultimi dati Inps disponibili la pensione di vecchiaia media per le donne in Regione è di 946 euro, mentre gli uomini percepiscono una pensione media di 1.761 euro. Questa tendenza è riscontrabile, seppur in misura minore, negli importi medi che donne e uomini maturano nei fondi pensione, e quindi nella futura pensione complementare. Questa disuguaglianza deve quindi essere contrastata in modo mirato. Per questo da anni ci rivolgiamo alle donne con campagne di informazione e sensibilizzazione con l’invito a pensare per tempo al proprio futuro”.

 

 Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Statistico dell’Inps l’Italia presenta un forte differenziale di genere sul fronte pensionistico. Le pensioni di vecchiaia delle donne in Trentino Alto Adige risultano quasi dimezzate rispetto a quelle degli uomini (946 euro contro 1.761 euro). In Regione il 66% degli assegni pensionistici erogati alle donne risulta inferiore ai 1.000 euro, mentre “solo” il 26% degli uomini deve accontentarsi di simili importi. Il 37% dei pensionati maschi gode di pensioni superiori ai 2.000 euro, mentre solo l’8% delle pensioni corrisposte alle pensionate arriva a questi importi.

 

Le differenze sono ancora oggi molto rilevanti: 1.309 euro/mese è la pensione media maschile in Trentino, 915 euro/mese in Alto Adige, contro i 676 euro e 667 euro al mese di quella percepita dalle donne rispettivamente in Trentino e in Alto Adige per quanto riguarda il lavoro dipendente del settore privato.

 

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La situazione non diventa più rosea guardando i dati del settore pubblico, dove la pensione media percepita dalle donne è il 48% in meno rispetto a quella dei colleghi maschi in Trentino e il 49% in meno in Alto Adige.

 

Anche il lavoro autonomo in Trentino registra dati ancora penalizzanti per le donne, con un importo dell’assegno pensionistico inferiore dal 13% al 30% rispetto agli uomini a seconda della categoria lavorativa. In Alto Adige la differenza varia dal 13% al 27% in meno.

 

Venendo alla previdenza complementare i dati non sono molto diversi. I montanti medi maturati dalle dipendenti del settore privato in Alto Adige e in Trentino sono rispettivamente il 38% e il 36% più bassi rispetto a quelli dei colleghi maschi. La situazione migliora, ma non di molto, negli altri settori lavorativi. Le dipendenti del settore pubblico in Alto Adige e in Trentino accumulano un montante medio inferiore rispettivamente del 36% e del 29% rispetto a quelli dei dipendenti maschi dello stesso settore. Infine, i montanti delle lavoratrici autonome risultano rispettivamente il 34% e il 23% più bassi rispetto a quelli dei lavoratori autonomi in Alto Adige e in Trentino.

 

“Lo squilibrio in ambito pensionistico nasce dalle discriminazioni di genere in ambito lavorativo e dalla suddivisione dei compiti all’interno della società, e nella famiglia”, spiega Marialuisa Gnecchi, componente del Consiglio di amministrazione dell’Inps. “E’ importante sviluppare specifiche misure per contrastare i problemi che penalizzano le donne nell’accesso al mondo del lavoro, nelle retribuzioni, nella possibilità di carriera e di conseguenza quando si parla di pensioni. Ancora i lavori di cura domestici e familiari sono svolti dalle donne, un primo passaggio culturale importante sarà la conquista di congedi paritari, in modo che le responsabilità familiari siano realmente condivise e nelle aziende e nel mondo del lavoro tutto si capisca che le donne sono una ricchezza e un volano che favorisce l’occupazione e la creazione di servizi, un aumento automatico del Pil”.

 

Invece Marilena Guerra e Nadia Mazzardis, rispettivamente presidente e vice presidente delle Commissioni provinciali per le Pari Opportunità di Trento e Bolzano, hanno portato la loro esperienza nella promozione della parità di trattamento e opportunità tra donne e uomini, riconoscendo che ogni discriminazione basata sul genere di appartenenza rappresenta una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in tutte le sfere della società.

 

“Le donne hanno ottenuto diritti e opportunità, ma l’occupazione dello spazio pubblico da parte delle donne, così come la normalizzazione del giudizio sui nostri corpi – proprio il 26 ottobre, il giorno dopo l’Equal Pension Day, ci sarà la finale di Miss Südtirol – aggiunge Nadia Mazzardis – avvengono ancora secondo regole definite per millenni dagli uomini. Abbiamo bisogno di costruire un retroterra culturale e politico che sostenga la decostruzione dei ruoli di genere, perché se non supereremo gli stereotipi di genere, che, ancora oggi, determinano la divisione dei ruoli tra donne e uomini, non ci sarà equal pay e equal pension”.

 

Rispetto al panorama italiano, il Trentino “presenta migliori risultati, ma i margini di miglioramento ci sono”, afferma Marilena Guerra. “Le criticità per esempio si riscontrano nell’imprenditoria, nella precarietà del lavoro che ha poi conseguenze sulle pensioni, nel maggior divario di genere nelle discipline matematiche, scientifiche e tecnologiche. Restano passi importanti da compiere in direzione dei territori europei più avanzati dal punto di vista delle politiche di genere. Sono dunque necessarie molteplici azioni e politiche adeguate ed uno stanziamento di risorse economiche, non in ottica emergenziale, ma che colpiscano la struttura di queste disparità nella nostra società”.

 

Negli ultimi due anni le richieste di consulenza e supporto avanzate all’ufficio del consigliere di Parità della Provincia di Trento sono aumentate di molto (nel 2023 addirittura raddoppiate rispetto al 2021). “Un numero cospicuo di tali richieste proviene da lavoratrici che lamentano difficoltà di conciliazione: nell’evaderle, spiego naturalmente quali siano gli strumenti normativi a disposizione, ma non manco mai di sottolineare le possibili conseguenze a lungo termine del loro utilizzo, specie sul versante pensionistico”, spiega Matteo Borzaga (consigliere di parità di Trento) mentre Christian Romano (intervenuto in sostituzione della Consigliera di parità di Bolzano, Brigitte Hofer) continua: “E’ importante che le donne che lavorano in part time sappiano che la pensione viene calcolata in base allo stipendio. Lo sottolineo perché tante donne non ne hanno piena consapevolezza”.

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L’Equal Pension Day rappresenta un momento significativo anche per rimarcare il diritto delle donne a essere economicamente indipendenti. “Il diritto all’equità implica il poter intraprendere carriere professionali di peso, rivestire ruoli apicali, gestire in proprio attività imprenditoriali, ma anche lavorare alle dipendenze di terzi, senza dover per forza esporre la propria vita professionale e la propria giornata lavorativa a limiti di tempo o a sospensioni di lungo periodo, per farci carico di incombenze che, per quanto importanti, dovrebbero poter scorrere parallele”, prosegue Maria Cristina Giovannini (vice presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Turismo e Agricoltura di Trento e Rappresentante del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Trento) quindi Luca Filippi (vice segretario generale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Turismo e Agricoltura di Bolzano e Segretario del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Bolzano) ha posto l’attenzione sui progetti vocati allo sviluppo dell’imprenditoria femminile attivi nelle due province, sottolineando la necessità di politiche che valorizzino e sostengano il lavoro autonomo delle donne, fondamentale elemento di sviluppo economico, occupazione, aumento del Pil e contributo alla sostenibilità pensionistica.

 

“Per me, è molto importante accrescere e prendere coscienza dell’importanza del ruolo femminile nel mondo del lavoro, avere un pensiero positivo, anche se non è sempre facile. Le criticità ci sono, è una questione complessa e culturale, ma penso e spero che per avere una parità e non solo nel lavoro non si debba aspettare, come ci viene prospettato, ancora più di cent’anni”, conclude Donatella Lucian, responsabile Coordinamento Donne delle Acli.

 

All’interno del Mese dell’Educazione finanziaria si terrà inoltre, mercoledì 27 novembre 2024 alle 17 a Bolzano all’Eurac, la seconda edizione di “Donne e finanza”. L’evento intende sensibilizzare le donne (e non solo loro!) a rendersi indipendenti dal punto di vista finanziario, a confrontarsi con le tematiche finanziarie e previdenziali e a sviluppare al meglio il proprio potenziale (Qui per info e registrazioni).





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