Sostenibilità e credito in agricoltura: di questo si è parlato nel corso del convegno organizzato pochi giorni fa a Pontevico da Bcc Agrobresciano e Bcc Credito Padano, banche di credito cooperativo attive rispettivamente nella provincia di Brescia e di Cremona. “I due istituti di credito – si legge in una nota diffusa a margine del convegno – hanno deciso di organizzare questo incontro coinvolgendo esperti del settore zootecnico. L’obiettivo è quello di sostenere l’attività di imprenditori, soci e clienti che quotidianamente si trovano ad affrontare le sfide legate al nuovo modo di fare business nel mondo agricolo, attività sempre più strettamente intrecciata a tematiche quali ambiente, sostenibilità, politiche ESG e transizione energetica”.
Il credito in agricoltura
Così in apertura il direttore generale di Bcc Agrobresciano Giuliano Pellegrini: “Sostenibilità e credito in agricoltura sono temi di grande attualità ed importanza. Al contempo, i fattori ESG, ovvero le componenti sociali, di governance e legate al rispetto dell’ambiente connesse al lavoro quotidiano delle imprese agricole, risultano sempre più influenti nella loro gestione e gli imprenditori non possono più esimersi dal tenerne debitamente contro per una gestione oculata, ma soprattutto efficace ed efficiente, del proprio business. Il ruolo delle banche, in questo delicato passaggio culturale e professionale, è quello di sostenere progetti e imprese etiche, virtuose ed efficienti attraverso finanziamenti altrettanto rispettosi delle esigenze attuali. Inoltre, compito delle Banche è quello di indirizzare le aziende verso il rispetto di tali condizioni, affinché esse stesse possano sempre di più accedere al credito in modo corretto ed etico. Per BCC Agrobresciano i finanziamenti nel settore agricolo rappresentano il 30% e quindi promuovere un modello di business sostenibile è fondamentale”.
I lavori sono poi proseguiti con gli interventi di Erminio Trevisi, direttore del Dipartimento di Scienze animali, alimentazione e nutrizione dell’Università Cattolica di Piacenza; Luca Crema, consigliere Conaf; Andrea Azzoni, dirigente responsabile Unità organizzativa Filiere, vegetali e zootecniche, agroambiente di Regione Lombardia; Andrea Berti, direttore di Asnacodi.
“L’agricoltura deve migliorare”
Erminio Trevisi ha trattato il tema “La ricerca e le novità in ambito di sostenibilità ambientale e transizione energetica” parlando di come la sostenibilità non sia solo un discorso ecologico, ma di come includa un aspetto etico, nonché elementi nutrizionali (quel che produciamo e mangiamo deve avere una qualità nutrizionale corretta) ed economici. Se non si considera la sostenibilità sotto tutti questi aspetti, non è realmente efficace. Per questo l’agricoltura deve cambiare e migliorare, contribuendo per quanto possibile alla riduzione dei gas serra. Secondo Trevisi l’agricoltura ha già dato e continua a dare il suo contributo in tal senso, diminuendo l’emissione di metano e nitrati soprattutto negli allevamenti di bovini e suini. Si deve e si può fare, quindi, un’agricoltura sostenibile, anche sfruttando l’automazione in tutti gli ambiti possibili per perseguire la cosiddetta “precision farming”. Trevisi ha parlato anche dell’agrivoltaico, ovvero la possibilità di usare terreni marginali per lo sviluppo di campi solari e quindi di energia sostenibile.
Sostenibilità e investimenti
Luca Crema ha tenuto un intervento dal titolo “Sostenibilità e investimenti nell’azienda agricola. Il ruolo dell’agronomo nei nuovi approcci valutativi” spiegando come gli agronomi abbiano il ruolo fondamentale di aiutare le aziende agricole a fare sistema e andare verso un‘agricoltura sempre più sostenibile. Crema ha raccontato come gli investimenti sostenibili siano direttamente responsabili di effetti finanziari positivi per le aziende agricole che accedono al credito e possono progredire nel loro operato. In sostanza quelle imprese agricole che lavorano mitigando gli effetti sull’ambiente, guadagnando al contempo in efficienza e produzione, possono chiedere finanziamenti e accedere più facilmente al credito per ulteriori investimenti sostenibili. Le aziende sono tenute ad una totale trasparenza nel comunicare i dati utili alla richiesta dei finanziamenti e il processo viene monitorato e certificato nel tempo. Tutta la filiera produttiva è chiamata a seguire la stessa prassi, per favorire la certificazione di sostenibilità di un intero settore.
Le opportunità dei PSR
Andrea Azzoni ha parlato circa “Le opportunità del PSR. e dei contributi pubblici per gli investimenti e per la sostenibilità”, raccontando come i piani per lo sviluppo rurale (PSR) possono unire in modo efficace sostenibilità ed efficienza economica. La produzione deve essere sostenibile e per farlo bisogna salvaguardare i suoli, l’acqua (per quantità e qualità) e la varietà delle colture. La programmazione attuale nell’ambito agricolo tiene conto di questi fattori e si scontra con elementi critici legati al ricambio generazionale e alla manodopera, problematiche irrisolte. La sfida è aperta e ci sono strumenti e strategie per agire al meglio.
La gestione del rischio
Andrea Berti ha infine dedicato il proprio contributo a “Quali strategie per il futuro della gestione del rischio in agricoltura” trattando il tema sensibile del rischio d’impresa in un momento tanto delicato nel mondo agricolo. Siamo in un contesto di forte incertezza fra un clima sempre più tropicale e la necessità di guardare a una transizione sostenibile interfacciandosi con una volatilità imprevedibile dei prezzi: tutti elementi che portano l’imprenditore agricolo ad operare in un mondo veramente difficile. Da un lato l’imprenditore deve far fronte a molteplici variabili e dall’altro deve poter investire e programmare a 5-10 anni. Come trovare il giusto equilibrio? Attraverso un approccio di filiera e di sostegno mutualistico che possa proteggere l’impresa.
9 miliardi di persone
Il convegno è stato moderato da Fabio Antoldi, direttore del Centro di ricerca per lo sviluppo imprenditoriale della Cattolica, che ha introdotto ogni contributo sottolineando come ognuno di essi sia fonte di nuove competenze fondamentali per un moderno, cosciente e sostenibile business in campo agricolo. Antoldi ha dichiarato: “Nel mondo ci sono ormai quasi 9 miliardi di persone, 9 miliardi di individui che meritano di essere nutriti adeguatamente. Il global warming minaccia l’agricoltura che è chiamata a sfamare quelle persone e che dona lavoro a centinaia di milioni di uomini e donne. L’agricoltura soffre del cambiamento climatico e di fenomeni atmosferici estremi. Quindi serve un nuovo modo di fare agricoltura e un contrasto al global warming. Bisogna ottimizzare il sistema, in modo sostenibile, salvaguardando la biodiversità”.
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