(Teleborsa) – Il Green Deal è al centro del dibattito legato alla trasformazione energetica della mobilità, e l’ultima edizione del Forum Automotive è stata un’occasione di confronto su queste tematiche. L’opinione degli esperti non è unanime, c’è infatti chi si schiera contro, sostenendo che il Green Deal andrà a creare un danno enorme per la competitività europea nel mercato automotive, che dovrebbe rinunciare ad un solido know how nel campo della motorizzazione endotermica.
Secondo Andrea Taschini, Manager automotive ed editorialista: “Il Green Deal europeo è una grande burla. Avrebbe senso se lo facesse l’Asia, che rappresenta il 64% delle emissioni a livello mondiale. L’Europa è il Paese meno competitivo, l’energia costa il 158% in più”. L’esperto parla di “un binario morto”, perchè oggi tutto è “basato su prodotti che arrivano dalla Cina” ed anche le materie prime per produrre batterie, come la grafite, arrivano dalla Cina.
Chi è a favore del Green Deal e, più in generale, della mobilità elettrica, sostiene che sia l’economia circolare che la tecnologia siano sufficientemente mature per abilitare questa transizione, che dovrebbe essere sorretta da un piano industriale coerente con l’evoluzione delle tecnologie relative.
Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus e Fondatore del Partito dei Verdi, afferma che “bisognerà prendere il Green Deal e rivederlo dalle fondamenta e rilanciare l’economia europea”, mentre “manca una politica industriale di Governo”. “L’Italia oggi non ha un peso specifico nelle decisioni in Europa. – sottolinea l’esperto – Costruire un’auto elettrica costa molto meno che produrne una con motore termico, ma in Europa costa il 6’% in più. I dazi non serviranno a nulla“.
La domanda di veicoli elettrici nei paesi extraeuropei, e in Cina in particolare, è quindi in netta crescita, ma in Europa, salvo alcune eccezioni nordiche, fatica a decollare.
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