Il Comitato Città dell’Adda di Treviglio mette a raffronto costi e tempi di percorrenza delle altre opzioni: «Con una superstrada, solo dieci minuti in più»
«Il tracciato del collegamento veloce tra Bergamo e Treviglio è lo stesso da quarant’anni ma l’autostrada è davvero la soluzione migliore?» A domandarselo è il Comitato Città dell’Adda di Treviglio che mette a raffronto costi e tempi di percorrenza delle alternative. Un’analisi che parte da lontano perché tra i professionisti del comitato figura anche l’architetto Ezio Bordoni che insieme al collega Mario Signorelli nel 1984 fu il promotore del primo progetto della Bergamo-Treviglio. Proprio Bordoni, insieme al portavoce del comitato Roberto Fabbrucci e all’architetto Edoardo Conte, ha ripercorso la storia passata della Bergamo-Treviglio e delle alternative presenti.
«Nel 1984 — ricorda Bordoni — stavo lavorando al Prg di Verdellino e pochi mesi dopo Signorelli era impegnato in quello di Canonica d’Adda. Ci rendemmo conto che gli interventi sulla viabilità comunale da soli non sarebbero riusciti a risolvere i problemi di traffico che già allora c’erano e iniziammo a mettere su carta un tracciato che potesse sgravare le statali 42 e la 525. Fu creato un gruppo di professionisti per raccogliere le idee mentre l’allora assessore all’urbanistica di Treviglio Nino Agliardi con Signorelli affittò un ultraleggero per mappare dall’alto i punti critici dei territori interessati». A questo punto il passo successivo fu coinvolgere la politica per portare il progetto nelle istituzioni.
«Io ero iscritto al Pci — ricorda Bordoni —, ma in Bergamasca il partito di riferimento era la Dc a cui apparteneva Signorelli. Fu proprio la Dc trevigliese quindi a lanciare la proposta del collegamento Bergamo-Treviglio con un convegno nel 1987. E piano piano il progetto è entrato nei Prg dei paesi e soprattutto della Provincia. Già nel 1995 gli uffici di via Tasso lavoravano ad affinare il tracciato. Ma si è sempre parlato di una strada provinciale il cui primo tratto doveva funzionare come tangenziale di Treviglio. Per questo tratto si era trovato anche un finanziamento regionale. Poi nel 2002 qualcuno ha pensato di trasformare la Bergamo-Treviglio in un’autostrada».
Comincia così un’altra storia, durata 20 anni, che ha trovato una svolta nel 2023 con Autostrade bergamasche che si è aggiudicata il bando in project financing per realizzare i 16 chilometri del collegamento a 555 milioni con un costo di circa 34 milioni a chilometro e un finanziamento a fondo perduto (per calmierare le tariffe) di 146 milioni da parte della Regione. La società ha depositato con tre mesi di ritardo il progetto definitivo di cui è in corso l’analisi da parte di Cal, Concessioni autostradali lombarde, che però tre settimane fa ha anticipato che, all’interno del quadro economico, il costo di costruzione è aumentato di «alcune decine di milioni di euro».
«Quel che ci preme — spiega Fabbrucci — è mettere in chiaro che se per qualunque ragione il progetto non andasse avanti o non fosse ritenuto adeguato da Cal, le alternative ci sono». «E su queste alternative si possono dare delle stime di costo — chiarisce Bordoni — basandosi sui lavori realizzati negli ultimi anni. Per una provinciale a due corsie, come la tangenziale di Arzago e Casirate, servono 5 milioni a chilometro mentre per una superstrada con due corsie per senso di marcia, l’esempio è la ristrutturazione della Paullese, si va verso i 10 milioni a chilometro, contro i 34 dell’autostrada».
Il Comitato dell’Adda ha stimato anche i tempi di percorrenza che per una provinciale sarebbero superiori di una decina di minuti rispetto all’autostrada. «Più che una provinciale — precisa però Bordoni — la nuova strada dovrebbe essere considerata una variante alla vecchia Statale 42, coinvolgendo così nel finanziamento gli enti superiori. A due corsie avrebbe un costo di 90-100 milioni, meno dei soldi stanziati dalla Regione».
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