Da alcuni mesi sotto i riflettori della finanza agevolata e non solo, il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo (R&S) rappresenta un incentivo strategico per il tessuto imprenditoriale italiano, promuovendo l’innovazione e la competitività delle aziende. Permette di detrarre dalle imposte dovute una quota degli investimenti destinati a progetti di R&S, e ha di recente subito importanti aggiornamenti, introducendo nuove procedure e scadenze.
Una delle principali novità del 2024 riguarda l’obbligo di certificazione preventiva del credito d’imposta. Non è più sufficiente autocertificare le spese sostenute: ora le imprese devono rivolgersi a un certificatore accreditato iscritto all’Albo istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT).
L’Albo, operativo dal maggio 2024, garantisce la competenza e l’affidabilità dei certificatori, selezionati secondo rigorosi criteri. Attraverso una piattaforma informatica dedicata, le aziende possono scegliere il certificatore, gestire le pratiche e versare i diritti di segreteria, semplificando notevolmente l’ iter burocratico. Ad oggi i certificatori accreditati sono oltre 550, una platea composta principalmente da professionisti e aziende di piccole dimensioni, ma anche da società di primo piano nel settore della finanza agevolata, come Golden Group e Perani & Partners.
Oltre all’obbligo di certificazione, un altro aspetto rilevante riguarda il riversamento spontaneo del credito d’imposta, una procedura che consente di regolarizzare eventuali utilizzi impropri del beneficio fiscale. Il Decreto Agevolazioni fiscali ha recentemente prorogato al 31 ottobre 2024 il termine per presentare la richiesta di riversamento all’Agenzia delle Entrate, mentre la scadenza per il pagamento dell’importo dovuto rimane fissata al 16 dicembre 2024.
Il versamento può essere effettuato in un’unica soluzione o in tre rate, con le ultime due gravate di interessi. Per le imprese che hanno già presentato la domanda, il termine per la revoca è stato posticipato al 30 settembre 2024.
L’introduzione del riversamento spontaneo del credito di imposta è una novità accolta con interesse dalle imprese, ma che ha generato non poco scompiglio tra i banchi del governo. Soprattutto dopo che Fratelli d’Italia ha presentato una proposta di emendamento al Decreto Omnibus che prevedeva un taglio del 50% del riversamento volontario in caso di adesione alla sanatoria, con la possibilità di saldo e stralcio al 50% anche per chi ha già attivato ricorsi in sede amministrativa o giurisdizionale.
L’emendamento non ha superato l’iter di conversione del DL Omnibus, ma se fosse stato approvato avrebbe consentito alle imprese di sanare la propria posizione versando solo la metà dell’importo contestato, senza sanzioni né interessi. Inoltre, la proposta prevedeva anche uno slittamento dei termini di versamento e una maggiore flessibilità per le aziende che hanno già avviato ricorsi.
E se non è ancora da escludere un nuovo tentativo del partito capitanato da Giorgia Meloni per introdurre lo stralcio del riversamento, per il momento le condizioni rimangono quelle fissate dal Decreto Omnibus e dal MIMIT. Quest’ultimo, per aiutare imprese e certificatori a comprendere il funzionamento del nuovo credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo, ha pubblicato delle linee guida molto dettagliate.
Il documento si articola in quattro sezioni: la prima dedicata alle attività di R&S a partire dal 2020, la seconda focalizzata sul periodo 2015-2019, la terza incentrata sull’innovazione tecnologica e, infine, la quarta che definisce le attività ammissibili di design e ideazione estetica.
In particolare le linee guida, consultabili sul sito MIMIT, forniscono chiarimenti puntuali sui criteri di ammissibilità, basati sui principi del Manuale di Frascati per la R&S e del Manuale di Oslo per l’innovazione.
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