È tempo di bilanci di fine estate, ma anche di capire se per la prossima stagione turistica sarà utile istituire la tassa di soggiorno. Non in tutti i comuni presenti lungo la costa del Sinis i vacanzieri pagano l’imposta che viene applicata su chi soggiorna nelle strutture ricettive, e che poi va a finire nelle casse comunali per far fronte alle spese relative ai servizi del territorio. Ma dal prossimo anno ci potrebbe essere qualche novità.
A Cabras la tassa di soggiorno si paga già da diversi anni. «E menomale», spiega il sindaco Andrea Abis. «Grazie a questa entrata riusciamo a offrire ai vacanzieri diversi servizi. Dal primo gennaio 2024 sono entrati 149.000 euro. Ma diverse strutture devono ancora effettuare il bonifico. A fine anno la cifra sarà importante». Su un probabile aumento della tassa Abis è deciso: «Per ora non è previsto».
A San Vero Milis è già certo invece che l’aumento non ci sarà: il Comune ha già approvato le tariffe per il 2025, le stesse di quest’anno. Per ora nelle casse comunali di San Vero Milis sono entrati 73.000 euro. Più del doppio rispetto allo scorso anno, quando le tariffe però erano inferiori. A Riola Sardo per ora non c’è nessuna intenzione di chiedere ai turisti di pagare la tassa di soggiorno.
Anche a Nurachi il Comune non ha mai istituito la tassa, eppure nel piccolo paese del Sinis ci sono circa 40 strutture ricettive tra case vacanza e Bed-and-Breakfast. Ma c’è anche un piccolo albergo. «Dai miei calcoli nelle casse comunali dovrebbero entrare 10.000 euro all’anno», spiega il sindaco Renzo Ponti. «Non si tratta di una grossa cifra, è vero però che potrebbe essere utilizzata per offrire ai vacanzieri qualche servizio che manca, come ad esempio un mezzo di trasporto per raggiungere le spiagge del Sinis. Sarebbe un modo anche per eliminare il traffico e inquinare di meno. Chissà, ci penserò». Anche a Baratili San Pietro niente tassa di soggiorno.
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