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Dombrovsky punta sul debito comune europeo. Se ci riuscirà farà bene all’Italia. #finsubito prestito immediato




Un Recovery fund incentrato sugli enti locali, la creazione di un debito comune europeo, un nuovo strumento che coordina la competitività nell’Ue e l’arrivo dell’euro digitale. Questi sono i punti cardine del programma di Valdis Dombrovskis, indicato per il portafoglio per l’Economia, la produttività, l’implementazione e la semplificazione che oggi era in audizione al Parlamento europeo davanti agli eurodeputati delle commissioni Affari economici e Affari legali – che sono competenti per la sua valutazione preliminare delle competenze -, alle commissioni Bilanci, Affari costituzionali, Occupazione, Mercato interno e la sottocommissione per la Tassazione – che partecipano come commissioni osservatrici.

Un Recovery che parla agli enti locali

Il prossimo Recovery fund dovrà coinvolgere di più gli enti locali. L’attuale strumento di ripresa e resilienza, nato per contrastare l’impatto della pandemia, non ha prestato molta attenzione ad inserire “la partecipazione di autorità locali e regionali” né tanto meno ha lavorato “sul principio della partnership”, spiega Dombrovskis. Il coinvolgere maggiormente gli enti locali, in un nuovo Recovery fund, deriva dal fatto che l’attuale strumento, secondo Dombrovskis, “ha superato la prova come dispositivo basato sulle prestazioni e non sui costi, con il raggiungimento di determinati pilastri e obiettivi”.

Il debito comune non è un tabù

Per Dombrovskis la possibilità di fare del debito comune europeo non è un’opzione esclusa, come vorrebbero invece i paesi del blocco del Nord che guardano da sempre con sospetto a questa opzione. In audizione il commissario Ue ha dichiarato, senza troppi problemi o giri di parole, che l’Ue dovrà valutare modi per finanziare gli ingenti investimenti necessari per sostenere, sviluppare e rendere competitiva l’economia: ”Possono essere nuove risorse proprie, o contributi più ampi di Stati membri, oppure prestiti comuni. Tutto questo farà parte delle discussioni del prossimo quadro finanziario pluriennale”. Nel dibattito entrerà dunque anche la possibilità di avere un nuovo Recovery fund 2.0 per finanziare i progetti comuni dell’Ue come la difesa comune, la transizione verde e lo sviluppo tecnologico, come proposto più volte da Gentiloni.

Messo da parte il nuovo possibile Recovery, che continua ad essere un progetto ambizioso. I fondi dovranno comunque arrivare. E le fonti sono private e pubbliche. Nel primo caso l’idea è di mobilitare i programmi come InvestEu che hanno permesso all’Ue di avere ingenti risorse private a fronte di cifre relativamente basse di denaro pubblico

Lato investimenti pubblici Dombrovskis si impegnerà a lavorare con la Banca europea per gli investimenti e con il Fondo europeo per gli investimenti “affinché rafforzino ulteriormente il loro ruolo nella realizzazione degli obiettivi politici dell’Ue”, soprattutto considerando il ruolo della prima come “banca dell’Ue” e della seconda come “catalizzatore per l’imprenditorialità, le start-up e le Pmi”. “È fondamentale – ha aggiunto – che la Bei dia priorità agli investimenti in settori critici per la nostra sicurezza economica, come le tecnologie pulite, l’intelligenza artificiale, la tecnologia quantistica e i semiconduttori avanzati, e che riveda anche la sua politica di sostegno alle nostre capacità di difesa“.

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Euro digitale, sì, ma senza dimenticare il contante

L’euro digitale sarà l’infrastruttura paneuropea ma, rassicura, “l’obiettivo non è certamente quello di escludere i fornitori di servizi di pagamento privati, perché attualmente, in realtà, non abbiamo nemmeno un’infrastruttura di pagamento privata paneuropea“. Al momento “stiamo facendo affidamento su schemi di carte internazionali e quindi, di conseguenza, l’euro digitale fornirebbe un’infrastruttura di pagamenti paneuro interoperabile, che consentirebbe alle soluzioni nazionali più piccole e anche a diversi attori di crescere più rapidamente”.

Il contante non sarà dimenticato dato che “gli stati membri saranno obbligati a garantire una sufficiente disponibilità e accessibilità di denaro contante in modo che possa svolgere questa funzione di moneta a corso legale”.

Politiche europee più coordinate

Lo sviluppo sempre più rapido di strumenti tecnologici come l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico e il cercare di strutturare una mobilità sostenibile sono sfide europee che richiedono un coordinamento a livello Ue. Cosa che al momento non c’è. Ed è proprio per questo che “le nostre politiche economiche dovrebbero essere più coerenti. Le riforme e gli investimenti, attuati a livello nazionale e comunitario, dovrebbero essere meglio allineati con i nostri obiettivi europei comuni. In questo contesto, il semestre europeo svolgerà un ruolo chiave. Il programma si concentrerà sulla promozione della competitività, della produttività, della sostenibilità e dell’equità sociale”.

Pnrr: Italia promossa

Dombrovskis promuove l’Italia sul Pnrr: “sull’attuazione del piano di ripresa e resilienza dell’Italia, stiamo assistendo a progressi piuttosto buoni. L’Italia ha già richiesto un certo numero di richieste di pagamento, e la cooperazione con le autorità italiane molto stretta e molto buona”. Se “emergeranno alcuni problemi”, ha segnalato Dombrovskis, “saremo pronti a impegnarci e trovare soluzioni per l’attuazione, e ci sono modi per farlo, ad esempio attraverso emendamenti mirati del piano”.

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