Apv Investimenti condannata a pagare per il danno. L’avvocato: «Sentenza storica»
Sono passati undici anni dall’incidente che le ha cambiato per sempre la vita, impedendole di continuare la sua carriera di marittima e costringendola ad ausili per camminare, oltre che a dolori, ripetute visite specialistiche e terapie. Ma ora il tribunale le ha dato ragione e condannato Apv Investimenti (all’epoca dei fatti Nethun spa) a pagarle un risarcimento di quasi 101 mila euro per i danni subiti.
L’infortunio
Era il 23 marzo 2013 quando T. C. (assistita dall’avvocato Jacopo Molina) si trovava a Punta Sabbioni e stava lavorando vicino al pontile 2, quello destinato ai lancioni granturismo. Si trovava a bordo della motonave e per scendere ha dovuto percorrere la passerella metallica che collega il pontone galleggiante, ma il passaggio era privo di protezioni, il cosiddetto «grip» che protegge dal rischio di scivolare. La donna ha perso l’equilibrio e ha tentato di salvarsi dalla caduta aggrappandosi al passamano. Ma gli accorgimenti per evitare l’infortunio non sono bastati e si è dovuta rivolgere, di lì a breve, alle cure del pronto soccorso di Jesolo per i dolori lancinanti che provava. I medici, all’epoca, accertavano un «trauma contusivo all’anca e al gluteo». E, per la comandante, in quel marzo del 2013 è iniziato il calvario: i dolori sono aumentati sempre di più e sono iniziate le visite ortopediche, gli esami radiologici e tutte le cure ritenute necessarie per riuscire a stare un po’ meglio.
L’invalidità
Un anno dopo, alla visita per verificare l’idoneità ai servizi di navigazione presso la Capitaneria di porto la doccia gelata: la commissione medica le annullava i titoli di navigazione, con la perdita della propria attività professionale. «La mia assistita ha subito pesanti danni fisici e patrimoniali», sottolinea Molina. Socia di una società che opera nella navigazione in laguna, ha dovuto assumere personale che svolgesse le mansioni che le erano state interdette mentre le sue condizioni di salute peggioravano al punto che le è stata riconosciuta anche una invalidità del 25 per cento.
Il risarcimento
Quindi la decisione di ricorrere alle vie legali. «Il tribunale ha integralmente recepito le risultanze della perizia — sottolinea l’avvocato —. Si tratta di una sentenza importante: riconosce un risarcimento a un marittimo, dunque di un addetto ai lavori e non di un passeggero, per un infortunio avvenuto in ragione del proprio lavoro».
A onore del vero, la giudice Silvia Zeminian ha ritenuto che in minima parte ci fosse una responsabilità della donna nella caduta sulla passerella e per questo ha ridotto del 30 per cento gli importi dovuti, la percentuale di «concorso nella causazione» dell’infortunio. Il restante 70 per cento di responsabilità è, invece, ascrivibile a Apv Investimenti, società dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale, che oltre ai 100.617 euro dovrà pagare le spese di lite (poco più di 15 mila euro) oltre al rimborso di Iva e le spese per la consulenza tecnica.
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