Il presidente dell’Ordine dei Medici di Sassari, Nicola Addis: «Nel recente concorso per l’ammissione al Corso di formazione, su 60 borse di studio messe a bando si sono presentati e hanno superato la prova solo 43 concorrenti».
SASSARI | 25 ottobre 2024. La sanità pubblica in Sardegna è alle prese con diversi problemi, uno di questi è senz’altro la carenza cronica di medici di base. Secondo le ultime stime sono infatti 500 i camici bianchi che mancano nell’isola. Numero purtroppo destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi due anni, quando andranno in pensione oltre 300 dottori. Per l’immissione di forze fresche e dare così seguito al ricambio generazionale, ci si attendeva una piena risposta dal recente concorso per l’ammissione al Corso di formazione per la Medicina generale, ma così non è stato. «Su 60 borse di studio messe a bando – spiega infatti il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari Nicola Addis – si sono presentati e hanno superato la prova solo 43 concorrenti. Di questi, solo una parte accetterà di frequentare il Corso». E pensare che «le 115 domande di partecipazione potevano far sperare in un’inversione di tendenza rispetto all’edizione precedente», invece, «i risultati sono stati molto deludenti» rimarca Addis, ricordando «con nostalgia il numero elevato di concorrenti degli anni passati. Evidentemente – osserva con rincrescimento il Presidente – la Medicina generale non riscuote alcun appeal tra i giovani medici».
Tutta questa situazione «indebolisce il Sistema Sanitario proprio sul fronte principale – prosegue Addis –, ovvero quello a cui il cittadino si rivolge per primo, il filtro indispensabile per evitare il sovraccarico nei Pronto Soccorso e negli ospedali. Troppe sedi di continuità assistenziale (la Guardia Medica) e troppi Comuni soprattutto in periferia e più a rischio di spopolamento, dove la popolazione è più anziana e più bisognosa di assistenza e cure sono senza medico».
Per il Presidente dei Medici di Sassari occorre «trovare subito delle soluzioni senza le quali, con la prima linea sguarnita – conclude –, la battaglia per una sanità migliore è perduta».
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