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Massa Marittima (Grosseto). Stefano Galli, insegnante, storico, poeta, intellettuale di spicco della seconda metà dell’Ottocento, è stato tra i fondatori della biblioteca magistrale e del Museo civico di Massa Marittima, ricoprendo il ruolo di primo direttore delle due istituzioni cittadine dal 1867.
Il figlio di Stefano, Gismondo Galli, trasferitosi a Canino per insegnare, si appassionò anch’esso di archeologia e iniziò a raccogliere dei reperti etruschi provenienti dagli scavi della provincia di Viterbo, che poi decise di inviare a Massa Marittima, al padre Stefano. Da quei reperti nasce la Collezione Galli, protagonista della mostra visitabile fino al 3 novembre al Museo archeologico di Massa Marittima. Una collezione che 20 anni fa era esposta in modo permanente nella struttura museale e che poi è stata trasferita nei magazzini del Museo archeologico in seguito all’ampliamento della sezione preistorica.
Il convegno, dal titolo “Stefano e Gismondo Galli: due personalità a confronto“, in programma venerdì 27 settembre, alle 15, alla biblioteca comunale di Massa Marittima consentirà di approfondire questa storia e di conoscere il legame che si è venuto a creare tra i territori di Massa Marittima e Canino, grazie alla famiglia Galli e alla comune passione di padre e figlio per l’archeologia.
“Parteciperanno storici e studiosi di entrambi i territori – spiega il sindaco Irene Marconi – e avremo il piacere di ospitare anche il sindaco di Canino Giuseppe Cesetti. Il convegno è un’occasione preziosa per riscoprire due straordinarie personalità, come quelle di Stefano e Gismondo Galli, il cui lavoro ha arricchito il nostro patrimonio culturale e ha gettato le basi per un dialogo che continua a unire Massa Marittima e Canino attraverso la cultura e la storia”.
Il programma
Il convegno apre con i saluti istituzionali di Irene Marconi, sindaco di Massa Marittima, e di Giuseppe Cesetti sindaco del Comune di Canino. Gianpiero Caglianone parlerà di “Stefano Galli, un intellettuale del Risorgimento massetano”, seguirà l’intervento di Grazia Olimpieri, dal titolo “Gismondo Galli, un educatore del popolo”, e di Anzio Risi, sul tema “Le memorie storiche di Stefano e Gismondo Galli, un racconto dei loro territori”.
Giuditta Pesenti parlerà della collezione Galli del Museo archeologico “Giovannangelo Camporeale” di Massa Marittima nell’ambito del collezionismo ottocentesco. Infine, Roberta Pieraccioli, con l’intervento: “La Collezione Galli: alle origini del Museo archeologico ‘Giovannangelo Camporeale’”
“La Collezione Galli, in mostra al Museo archeologico di Massa Marittima fino al 3 novembre – spiega Roberta Pieraccioli, direttrice dei Musei di Massa Marittima – è un piccolo, ma significativo esempio delle raccolte di antichità etrusche che vanno formandosi nel corso del XIX secolo. A fine ‘800 sono nate diverse collezioni private di ricchi signori, mentre Gismondo Galli ha inviato i reperti a suo padre, affinché fossero visibili a tutti, in un museo. È stata quindi una scelta molto generosa perchè, anziché creare una propria collezione privata, ha di fatto dato origine al primo nucleo di reperti da cui ha preso forma il Museo archeologico di Massa Marittima. Un ulteriore collegamento tra Massa Marittima e Canino, oltre alla collezione Galli, è rappresentata dalla famosa tomba di François di Vulci, una sepoltura etrusca che è stata studiata anche da Giovannangelo Camporeale”.
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