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Il sistema TT è uno dei sistemi di distribuzione della rete elettrica. Scopri in cosa differisce dai sistemi TN e IT, come funziona e quali sono i suoi vantaggi
Uno dei modi per classificare le reti elettriche in bassa tensione è in relazione alla messa a terra. In base a questa classificazione abbiamo sistemi di distribuzione TT, TN e IT. Il sistema TT risulta quello più diffuso nella fornitura di alimentazione elettrica ad impianti residenziali o all’industria leggera. In questo articolo vediamo come funziona e a cosa è dovuto il suo diffuso utilizzo.
Prima di continuare nella lettura però ti ricordo che è necessario il giusto software per la progettazione di impianti elettrici per realizzare progetti di impianti elettrici sicuri e rispettosi delle norme in vigore! Adesso vediamo insieme come classificare i sistemi di distribuzione in relazione alla messa a terra, come funziona il sistema TT e quali vantaggi e svantaggi comporta il suo utilizzo.
Come si classificano e quali sono le categorie dei sistemi elettrici?
I sistemi elettrici vengono classificati in base alla cosiddetta tensione nominale, definita proprio come il valore della tensione con il quale il sistema è denominato ed al quale sono riferite le sue caratteristiche.
Sulla base di questo valore, tutti i sistemi elettrici vengono suddivisi in quattro categorie. La suddivisione dei sistemi elettrici in relazione alla tensione nominale è di fondamentale importanza per una corretta e sicura progettazione ed installazione dei circuiti elettrici che sfruttano tale distribuzione.
La tabella che riportiamo di seguito indica proprio i valori di riferimento della tensione nominale per ognuna delle quattro categorie – specifichiamo però che è possibile una leggera variazione di circa il 10% all’interno di ogni range:
All’interno di questa classificazione la Categoria I corrisponde al sistema di distribuzione in bassa tensione (BT). La bassa tensione (BT) viene utilizzata nella maggior parte degli impianti elettrici privati, sia in ambito civile che industriale come pure nelle reti di distribuzione secondaria, ed è alimentata, come si evince dalla tabella, mediante tensioni > 50 e ≤ 1000 V in corrente alternata oppure > 120 e ≤ 1500 V in corrente continua, tra i poli o tra i poli e la terra. Questi valori consentono di avere delle correnti relativamente basse (rispetto alla bassissima tensione) e una maggiore sicurezza (rispetto alla media e all’alta tensione dove sussiste il rischio di archi voltaici).
Come vengono classificati i sistemi di distribuzione in relazione alla messa a terra?
I sistemi di distribuzione appena visti subiscono poi un’ulteriore classificazione sulla base di un altro parametro che è quello della modalità di connessione a terra. Tali modalità riguardano:
- il neutro dei sistemi trifase che può essere:
- messo a terra;
- isolato da terra;
- le masse delle installazioni.
In relazione allo stato del neutro e alla situazione delle masse delle installazioni, dunque, i sistemi elettrici di distribuzione in BT (Norme CEI 64 – 8/3) sono definiti tramite due lettere distinte:
- la prima lettera è relativa alla situazione del sistema di alimentazione verso terra. Sono previste due opzioni:
- T = collegamento a terra di un punto (normalmente il conduttore neutro);
- I = isolamento da terra oppure collegamento a terra tramite impedenza.
- la seconda lettera è relativa alla situazione delle masse verso terra. Sono previste due opzioni:
- T = masse collegate direttamente a terra;
- N = masse collegate al neutro messo a terra.
Sono previste eventuali lettere successive:
- S = funzioni di neutro e di protezione svolte da conduttori separati;
- C = funzioni di neutro e di protezione svolte da un unico conduttore (conduttore PEN).
I sistemi di distribuzione possibili in BT divengono quindi:
- TT: largamente utilizzato per le reti di distribuzione;
- IT: poco utilizzato per le reti di distribuzione in bassa tensione e più utilizzato per situazioni particolari (ambienti ad uso medico, laboratori, ecc.);
- TN-C, TN-S, TN-C-S: utilizzati per reti di distribuzione interne di utenze dotate di propria cabina di trasformazione MT/BT.
Quali sono le caratteristiche di un sistema di distribuzione TT?
Nel paragrafo precedente abbiamo visto i tre possibili sistemi di distribuzione in BT e il significato delle lettere che li identificano. Focalizziamoci adesso sul sistema di distribuzione più utilizzato nelle reti in bassa tensione, ovvero quello TT.
I sistemi di distribuzione TT sono ampiamente diffusi nella fornitura di alimentazione elettrica ad impianti residenziali oppure dell’industria leggera e qualora non sia possibile o facilmente realizzabile la distribuzione del conduttore di protezione e quindi la protezione dai contatti indiretti è responsabilità dell’utilizzatore dell’impianto.
Nella distribuzione TT, il sistema di alimentazione elettrica ha un punto collegato direttamente a terra – N: conduttore neutro – e le masse dell’impianto sono collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema di alimentazione.
In Italia, nel caso in cui l’impianto sia alimentato direttamente dalla rete di distribuzione elettrica pubblica a bassa tensione (come negli edifici residenziali), il modo di collegamento del sistema è sempre del tipo TT.
Come è costituito e come funziona un sistema di distribuzione TT?
In un sistema TT, l’impianto di terra è costituito da uno o più dispersori di materiale metallico, collocato di solito all’interno di un pozzetto per messa a terra e collegato attraverso un conduttore di terra ad un collettore che poi viene allacciato all’impianto.
La normativa di riferimento per l’impianto di terra è il D.M. 37/08 all’articolo 6, comma 3 che tra le altre cose fa anche riferimento agli impianti realizzati prima dell’entrata in vigore della legge 46/90.
Le principali e più importanti specifiche che dettano il funzionamento di un sistema TT sono:
- il punto di neutro del sistema di distribuzione deve essere collegato a terra, con resistenza di terra pari a RN;
- non vengono prese particolari misure per rendere innocuo il conduttore di neutro, che deve pertanto essere considerato un conduttore attivo a tutti gli effetti, per cui:
- deve essere sezionabile;
- nei casi particolari in cui si utilizzino i dispositivi a massima corrente per la protezione contro i contatti diretti, essi devono essere installati anche sul conduttore di neutro;
- tutte le masse dell’impianto devono essere collegate allo stesso impianto di terra ma devono essere elettricamente separate dal neutro;
- gli impianti di terra di un sistema TT sono dimensionati per una tensione di contatto limite non superiore a 25 V c.a. valore efficace o 60 V in c.c. non ondulata;
- non è vietato l’uso di dispositivi di protezione contro le sovracorrenti per la protezione contro i contatti indiretti, in quanto richiederebbero l’uso di dispersori aventi resistenza verso terra con valori così bassi che risulterebbero difficili da mantenere tali nel tempo;
- tutte le masse protette dell’impianto devono essere collegate allo stesso impianto di terra;
- per la protezione contro i contatti indiretti, è necessario l’uso di dispositivi di protezione a corrente differenziale con un tempo di interruzione inferiore ad 1 secondo. È sempre possibile utilizzare più interruttori differenziali per proteggere l’impianto ma, nel caso se ne usi soltanto uno, questo deve essere installato a monte dell’impianto. È inoltre necessario soddisfare la condizione imposta dalle norme CEI secondo cui:
Rtot ≤ 50 ⁄ Ig
dove:
Rtot: somma della resistenza RT del dispersore e di quella dei conduttori di protezione delle masse;
50: Vmax-lim ammessa dalla normativa per ambienti normali (in taluni ambienti essa può essere ridotta a 25 V);
Ig: corrente di guasto circolante che provoca l’intervento del dispositivo di protezione. Quando il dispositivo di protezione è del tipo a corrente differenziale, Ig è la corrente nominale differenziale.
Quali sono vantaggi e svantaggi del sistema di distribuzione TT?
Il sistema di distribuzione TT è, come dicevamo, il più diffuso nella fornitura di elettricità ad impianti residenziali o all’industria leggera il che vuol dire che il suo utilizzo comporta sicuramente dei vantaggi, tra questi abbiamo:
- compatibilità elettromagnetica;
- misure di protezione indipendenti dalla prestazione in cortocircuito di rete;
- dispendio ridotto nella posa di cavi e condotti;
- ammissibilità in zone con una diversa tensione di contatto;
- combinabilità con sistema di distribuzione TN.
Come per tutte le cose, non possiamo pretendere che non presenti alcuni svantaggi. I principali sono:
- possibilità di utilizzarlo solo per potenze ridotte, per via dell’impiego degli RCD – dispositivi di protezione da correnti di guasto;
- necessità di regolare controllo funzionale;
- il collegamento a terra in funzionamento dispendioso (≤ 2 Ω);
- compensazione del potenziale obbligatoria per ogni edificio.
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Indirizzo articolo: https://biblus.acca.it/sistema-tt-come-funziona-e-che-vantaggi-ha/
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