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Un possibile aumento delle accise potrebbe far schizzare il prezzo del gasolio di 13,5 centesimi al litro. Questa ipotesi, che fa arrabbiare automobilisti e famiglie italiane, si tradurrebbe in un aggravio annuale di circa 70 euro per ognuna delle 26 milioni di famiglie, con un impatto totale stimato in quasi 2 miliardi di euro.
Una stangata che rischia di colpire non solo i privati, ma anche settori chiave come quello dei trasporti. A rivelarlo è l’Unem, l’associazione delle imprese del comparto carburanti, che avverte su scenari non troppo lontani dalla realtà.
Promesse e realtà: cosa è successo ai tagli delle accise?
Le accise, cavallo di battaglia in ogni campagna elettorale, sono state più volte oggetto di promesse che, però, non si sono mai concretizzate. Lo dimostra il video del 2019 che ha ricominciato a circolare sui social, dove Giorgia Meloni, al tempo leader di un partito in crescita, annunciava di voler “abolire progressivamente” le accise. Promesse simili anche da Matteo Salvini, che già l’anno prima garantiva l’eliminazione di sette vecchie accise, puntualmente sopravvissute a ogni cambiamento politico.
Eppure, la storia recente è costellata di interventi di segno opposto: il governo Draghi, ad esempio, ha introdotto tagli temporanei alle accise per arginare l’aumento dei prezzi causato dalla guerra in Ucraina. Ma con il passare del tempo, anche questi provvedimenti sono stati ritirati, lasciando il campo libero a un mercato dove a guadagnare sono stati soprattutto i consumatori più abbienti, come sottolineato dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Ma quanto paghiamo? I numeri
Oggi il carico fiscale complessivo sulla benzina in Italia ammonta a 1,041 euro al litro, di cui 0,313 euro sono attribuibili all’Iva. Questo rappresenta circa il 60% del prezzo finale al consumo. Per il gasolio, il totale delle tasse è leggermente inferiore, pari a 0,909 euro al litro (di cui 0,292 euro di Iiva), equivalente al 56% del prezzo di vendita.
Per farla semplice facciamo l’esempio pratico. Con un pieno da 50 euro, circa 15,52 euro saranno destinati all’iva per la benzina e 13,51 euro per il gasolio. Nel caso di un rifornimento da 20 euro, l’iva ammonterà a 6,21 euro per la benzina e 5,41 euro per il gasolio.
Proprio per il gasolio, l’Italia detiene il primato di tassazione più alta tra i 27 Paesi dell’Unione Europea. Unem ha sottolineato questi dati in una nota che ha commentato l’ipotesi del governo di introdurre un allineamento delle aliquote fiscali, tenendo conto delle indicazioni della Commissione europea sui sussidi ambientalmente dannosi (Sad).
Il “Catalogo dei Sad e dei Saf”, pubblicato nel 2022 dal Ministero dell’Ambiente, evidenzia come alcuni sussidi fiscali favoriscano categorie specifiche come agricoltori e autotrasportatori, e quanto costi allo Stato la differenza di tassazione tra benzina e gasolio, stimata a circa 3,4 miliardi di euro. Se il governo decidesse di allineare le tasse su questi due carburanti, il prezzo del gasolio potrebbe aumentare di 13,5 centesimi al litro, incluso l’effetto dell’Iva.
Questo aumento peserebbe molto sulle famiglie italiane, che dovrebbero affrontare una spesa aggiuntiva di quasi 2 miliardi di euro all’anno, pari a circa 70 euro per ogni famiglia. Anche il settore dei trasporti, in particolare i veicoli più vecchi o più piccoli, risentirebbe del rincaro.
Unem chiede che qualsiasi modifica delle accise venga fatta considerando tutti i prodotti energetici, in base al loro impatto ambientale. Si auspica che anche i biocarburanti, al momento tassati come i carburanti fossili, vengano inclusi in questa revisione, visto il loro contributo alla riduzione delle emissioni.
I piani del governo e il futuro incerto
Il governo, intanto, si trova a dover navigare tra le aspettative politiche e la necessità di riorganizzare la fiscalità. Il Piano strutturale di bilancio, ora al vaglio delle Camere, parla chiaro: l’allineamento delle aliquote tra diesel e benzina è sul tavolo, ma come si intende procedere resta un’incognita (e il Mef ha smentito l’ipotesi di aumenti).
Un’ipotesi prevede un taglio di 5,5 centesimi sulle accise della benzina, compensato da un aumento equivalente su quelle del gasolio. Questo potrebbe generare circa un miliardo di euro di gettito aggiuntivo per lo Stato, dato che il consumo di gasolio è quasi tre volte quello della benzina.
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