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BARCELLONA – Conquistare nuovi clienti in un segmento di mercato in crescita, ovvero quello dei Suv sportivi di medie dimensioni, è la mission di Cupra Terramar. Un importante tassello per il marchio spagnolo, che punta all’ambizioso obiettivo a lungo termine di 500 mila vetture l’anno ed è tra i più promettenti della galassia Volkswagen. Infatti, dal lancio nel 2018, è in continua crescita a doppia cifra, del 12% tra gennaio e agosto di quest’anno a quasi 121 mila unità.
Terramar, che rende omaggio al circuito automobilistico Autòdrom de Sitges-Terramar, simbolo della tradizione sportiva della zona di Barcellona, dove Cupra ha le sue radici, vanta proporzioni che pongono l’accento sulle prestazioni, con linee tese e marcate che attraversano la fiancata spostandosi dall’anteriore al posteriore. Nel frontale la tradizionale griglia cede il passo a una bocca inferiore che funge da presa d’aria e che rimanda alle auto sportive, mentre i fari a Led Matrix con fascio luminoso a tre triangoli ne sottolineano il carattere tecnologico. Per il posteriore i designer hanno puntato su uno stile affilato, un lunotto piccolo e inclinato con spoiler integrato, il logo Cupra al centro della striscia luminosa che unisce i gruppi ottici e il naming Terramar retroilluminato.
L’abitacolo è molto accogliente e spazioso, impreziosito da finiture color rame e impiego di materiali ecosostenibili in collaborazione con l’azienda Seaqual che recupera rifiuti provenienti dal Mediterraneo.
Con i suoi 4,52 metri di lunghezza e 1,58 di altezza, Terramar si posiziona al vertice della gamma Cupra, sette centimetri più lunga e sei più alta della best seller Formentor, mentre il passo di 2,68 metri è identico a entrambi i modelli. Le maggiori dimensioni offrono più spazio per ginocchia e testa ai due passeggeri posteriori laterali, perché purtroppo quello centrale è molto sacrificato dal tunnel centrale. Buona la capacità di carico, con una capienza di 540 litri o 662 con il divano avanzato sulla 2.0 litri a benzina e di 400 e 490 sulla plug-in ibrida.
Come Formentor, anche Terramar impiega la piattaforma Mqb Evo del gruppo Volkswagen, qui personalizzata per offrire un setting sportivo con l’assetto ribassato di 10 millimetri, una messa a punto specifica delle sospensioni McPherson anteriori e del multilink posteriore e con tarature più rigide per le molle e gli ammortizzatori e lo sterzo progressivo di serie.
A fare la differenza e assicurare ancor più divertimento, la versione VZ monta di serie il controllo dinamico dell’assetto (Dcc) di nuova generazione con ammortizzatori a due valvole che migliora la dinamica di guida. Dinamica che può essere modificata anche attraverso la selezione di cinque diversi profili di guida: Comfort, Performance, Cupra (per le versioni VZ), Offroad (per quelle a trazione integrale) e Individual, proprio per assicurare la più ampia possibilità di personalizzare lo stile a seconda del conducente.
Anche per Terramar solo motori benzina, anche elettrificati mild hybrid e plug-in hybrid, con tre varianti disponibili al lancio.
Un quattro cilindri turbo benzina 1.5 mild hybrid a 48 Volt da 150 cavalli (42.250 euro), trazione anteriore e cambio automatico a doppia frizione e 7 marce. Un 1.5 plug-in da 272 cavalli che sfrutta una batteria da 400 Volt (chimica NMC e 25,8 kWh di capacità), con trazione anteriore e il cambio Dsg e autonomia elettrica dichiarata nel ciclo WLTP da 112 a 121 chilometri. Infine, la versione più prestazionale (e non elettrificata) con il 2.0 quattro cilindri da 265 cavalli e trazione integrale. In seguito, saranno disponibili anche le varianti benzina e plug-in da 204 cavalli.
Le nostre prove su strada, partendo dal porto di Barcellona, prevedevano due percorsi di circa 130 chilometri. Il primo con la plug-in hybrid da 272 cavalli in allestimento VZ (56.250 euro) attraverso il centro urbano di Barcellona e poi lungo le tangenziali che la circondano in direzione Sitges fino al circuito di Terramar. Molto piacevole da guidare in città, con scatti brillanti nella fase di accelerazione ai semafori o nei sorpassi, anche se di fatto non è la versione più prestazionale. Il peso di circa 1.900 chili, dovuto alle batterie, si fa sentire nel misto, senza però pregiudicarne la stabilità e la dinamica grazie all’elettronica molto ben tarata. Inoltre, grazie all’autonomia elettrica, che arriva a quasi 100 chilometri nell’utilizzo reale e non spingendo molto sull’acceleratore, visto i continui cambi dei limiti di velocità abbiamo guidato quasi sempre a zero emissioni.
Il secondo percorso con la 2.0 benzina da 265 cavalli e 400 Nm di coppia sempre in versione VZ (53.700 euro) prevedeva lunghi tratti misti sulle alture della città e l’entroterra catalano, dove si sono potuti apprezzare cavalli e coppia. Tratti di saliscendi alternati da attraversamenti urbani, ma anche parecchio misto stretto sulle colline proprio per offrire piacere di guida e poter scegliere le modalità più spinte come Performance e Cupra, che tra l’altro modifica il sound del motore rendendolo più incisivo. Lo sterzo è sempre stato molto preciso e diretto. Molto piacevole la dinamica, quando si è potuto spingere di più sull’acceleratore, la vettura è sempre stata attaccata al suolo e molto fluida nell’affrontare le curve, tanto da fare quasi dimenticare di guidare un Suv.
Su tema tecnologia e assistenza alla guida, il pacchetto degli Adas è completo e va dalla frenata automatica al mantenimento della corsia, al riconoscimento di pedoni, ciclisti e segnali stradali e al cruise control adattivo nella VZ. Infine, un impianto audio degno di nota, sviluppato da Cupra con Sennheiser (optional a 590 euro) sfrutta 12 altoparlanti per offrire un suono eccellente dove distinguere i dettagli minimi di un brano musicale.
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