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Un appello accorato per una famiglia in difficoltà nel contesto del disagio abitativo a Reggio Calabria. L’ennesima richiesta di aiuto per un cittadino che rischia di finire per strada perché non può pagare un affitto è veicolata da un’associazione del territorio, il centro d’ascolto Nessuno escluso mai don Italo Calabrò di Pellaro.
La presidente Antonina Ammendola ha scritto al sindaco Giuseppe Falcomatà e al vicesindaco Paolo Brunetti, assessore con delega all’Edilizia Residenziale pubblica, portando all’attenzione il caso di Antonino Felicetti che chiede un’abitazione in emergenza avendo ricevuto uno sfratto dal tribunale.
Il nucleo familiare del signor Felicetti è formato da tre persone, tra le quali due figli disabili al 100% di cui un minore sedicenne con autismo. “Felicetti – scrive la presidente del centro d’ascolto – ha interpellato e messo a conoscenza della sua situazione tutti i soggetti competenti senza ricevere risposta. Comprendiamo la difficoltà di reperire alloggi, ma vorremmo evidenziare questa vicenda. Si tratta di un padre disoccupato con reddito rientrante nella soglia di povertà, che deve ogni giorno barcamenarsi tra scuole, ospedali e burocrazia varia”. Ammendola sottolinea anche le difficoltà di gestire e curare un figlio autistico in età scolare per la mancanza sul territorio di centri specializzati. “Tutto ricade sulle famiglie – continua la presidente – ed è ancora più difficile in un caso come questo, quando nel nucleo manca la mamma a supportare il padre monoreddito e con poche giornate di lavoro”. Il problema della casa aggrava la situazione, come spiega la referente dell’associazione: “La persona autistica ha bisogno di una strutturazione dell’ambiente per orientarsi e rassicurarsi. Così l’ansia diminuisce, poiché sa esattamente cosa ci si aspetta da lui in un certo momento e in un certo luogo. Anche un semplice cambio di abito può rappresentare un problema, figurarsi cambiare completamente ambiente”.
Il secondo figlio di Felicetti è affetto da una grave malattia che richiede monitoraggio costante e interventi programmati a Roma presso l’ospedale Bambin Gesù. La patologia consiste nella mancata crescita della scatola cranica rispetto alla crescita del cervello e per questo da bambino ha subìto diverse operazioni per contenere questa anomalia ed scongiurare danni cerebrali. Oggi maggiorenne, il ragazzo continua ad essere seguito da un team di specialisti dell’ospedale romano e fino all’evoluzione cerebrale stimata intorno ai 27 anni deve recarsi spesso a Roma. “Questi viaggi – dice ancora Antonina Ammendola – impongono al padre costi frequenti a cui non riesce a far fronte con il suo reddito. Il signor Felicetti è stato sostenuto dalla nostra associazione con varie raccolte e donazioni, ma non possono bastare”. Adesso che anche la casa è stata sequestrata e messa all’asta dalla banca per morosità, il centro chiede al Comune di intervenire assegnando a questa famiglia un’abitazione Erp per motivi di emergenza.
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