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Il Consiglio dei Ministri ha approvato in data 10 ottobre 2024 il Decreto Ambiente, cruciale per la tutela ambientale del Paese e la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione in ambito energetico.
Che cos’è e che cosa stabilisce il Decreto Ambiente
Il nuovo decreto rappresenta un passo importante nella direzione della sostenibilità ambientale e della transizione energetica. È un “provvedimento che semplifica le norme per la transizione, creando un quadro più chiaro e regole più efficaci per accelerare lo sviluppo delle energie rinnovabili, rafforzare la sicurezza energetica e proteggere l’ambiente“, secondo quanto dichiarato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Il Decreto Ambiente mette al centro della politica ambientale l’idrogeno verde, con un forte impegno nel potenziamento delle fonti rinnovabili, l’Italia mira a consolidare il proprio ruolo di leader nella decarbonizzazione, rispondendo in modo concreto alle sfide globali legate al cambiamento climatico.
Transizione energetica: priorità assoluta
Il decreto non solo ribadisce l’importanza delle energie rinnovabili tradizionali, come l’eolico, il solare e l’idroelettrico, ma amplia il ventaglio delle soluzioni energetiche prioritarie.
Viene data infatti priorità a tutti quei progetti capaci di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione nazionali, purché siano sostenibili dal punto di vista economico. Questo rappresenta una svolta significativa, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso un sistema energetico più pulito e moderno.
Tra i settori che beneficeranno di questa nuova attenzione troviamo l’idrogeno verde, un vettore energetico che sta acquisendo sempre maggiore rilievo a livello globale, grazie alla sua capacità di essere prodotto senza emissioni di carbonio, utilizzando fonti rinnovabili. Inoltre, i progetti di rifacimento degli impianti eolici e solari esistenti, insieme ai nuovi impianti di grandi dimensioni, saranno oggetto di corsie preferenziali.
Idrogeno verde e grandi impianti rinnovabili
Tra le novità più rilevanti del decreto, si evidenzia il riconoscimento dell’idrogeno verde come una priorità assoluta. I progetti legati a questa tecnologia beneficeranno di agevolazioni e iter autorizzativi più rapidi, così come quelli relativi ai rifacimenti degli impianti eolici e solari esistenti.
Inoltre, il decreto stabilisce che i nuovi impianti solari di almeno 50 Megawatt e gli impianti eolici su terra di almeno 70 Megawatt avranno accesso a corsie preferenziali per le autorizzazioni. Questa misura punta a favorire lo sviluppo di grandi progetti, capaci di aumentare significativamente la capacità rinnovabile del Paese in tempi brevi.
Anche se il nucleare non viene menzionato esplicitamente, la definizione dei progetti prioritari lascia aperta la possibilità che anche tale tecnologia possa essere inclusa, in linea con l’obiettivo di garantire la sicurezza energetica e la decarbonizzazione.
Stop ai nuovi permessi per l’estrazione di idrocarburi
Un altro punto rilevante del provvedimento riguarda il blocco dei nuovi permessi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi in Italia. Questa misura, coerente con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, esclude tuttavia quei progetti di estrazione già autorizzati e quelli finalizzati al ‘gas release’, una misura temporanea volta a garantire la fornitura di metano a prezzi calmierati per le aziende energivore.
Le altre misure contenuto nel Decreto Ambiente
Il Decreto Ambiente introduce diverse novità per accelerare i processi legati alla transizione ecologica e alla gestione delle risorse. Tra i principali interventi figurano la velocizzazione dei progetti strategici, il rafforzamento delle politiche di economia circolare e la gestione delle acque e delle bonifiche. Di seguito, una sintesi delle principali novità:
- Corsia veloce per progetti strategici: è prevista una priorità nell’analisi delle istanze da parte delle Commissioni VIA-VAS e PNRR-PNIEC, con particolare riguardo ai progetti di interesse strategico nazionale. Un successivo decreto ministeriale definirà i criteri di trattamento preferenziale, tenendo conto della sostenibilità tecnico-economica e del contributo agli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), nonché degli investimenti previsti dal PNRR.
- Economia circolare: rafforzamento dell’Albo dei Gestori Ambientali, con maggiore rappresentanza delle categorie interessate e semplificazione nella nomina del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti per le piccole imprese, con l’obiettivo di ridurre i costi aziendali. Gestione dei rifiuti derivanti dalla costruzione della Diga foranea di Genova sotto la supervisione del Sindaco-commissario, con promozione di politiche di sostenibilità e riduzione del conferimento in discarica.
- Gestione delle acque: introduzione della definizione di “acque affinate” per favorire il ravvenamento dei corpi idrici sotterranei. Per le bonifiche, viene semplificata la gestione dei siti orfani finanziati dal PNRR.
L’esortazione del Presidente Mattarella sul clima
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza di affrontare la sfida climatica con determinazione, definendola una “sfida per l’innovazione in cui si gioca il futuro“. Intervenendo a Bonn durante un seminario delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, Mattarella ha ribadito che, nonostante l’Unione Europea abbia un peso minore rispetto ad altri colossi industriali nel panorama globale dell’inquinamento, il suo impegno a guardare al futuro con politiche ambientali avanzate rappresenta un modello da seguire.
Questo decreto si inserisce perfettamente nel quadro delineato dal capo dello Stato, rafforzando l’idea che l’Italia intende essere un attore di primo piano nel processo di transizione energetica, anche se il suo impatto globale non è paragonabile a quello delle grandi potenze industriali.
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