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Tour automobilistico del Lago di Como di sette giorni #finsubito finanziamenti e gestione bed & breakfast

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Riceviamo e pubblichiamo con grande piacere questo bel racconto dal nostro lettore Giuseppe (che ringraziamo anche per le bellissime fotografie). Buona lettura!

 

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Ci è capitata, un po’ imprevista, una settimana di ferie a luglio, abbiano quindi cercato una meta facilmente raggiungibile che potesse consentire un percorso automobilistico con la nostra auto d’epoca, una smagliante Alfa Romeo GT junior rossa del 1971. Questo vetture infatti sono l’ideale per guidare su percorsi misti, non molto veloci. La selta è ricaduta sul lago di Como. I nostri principali punti d’interesse erano i siti d’arte romanica e le ville d’epoca con i loro parchi.

La preparazione
Poiché avevamo poco tempo per prepararci ci siamo limitati a prenotare i pernottamenti su booking e a consultare i siti internet e le pagine facebook. D’altronde un pizzico d’avventura non guasta.

L’itinerario in breve
L’itinerario automobilistico segue principalmente le sponde del Lago di Como partendo dal ramo occidentale e dall’ omonima città posta sulla sua punta meridionale e segue l’antica via romana “Regina” da sud verso nord fino al vertice settentrionale del lago a Colico, per scendere poi sul lato orientale del Lario (così è anche chiamato il nostro lago) e proseguire sul ramo di Lecco. Durante il viaggio, abbiamo utilizzato anche il comodissimo servizio di battelli lacuali (www.navigazionelaghi.it) per fare una gita a Cernobbio e per raggiungere Bellagio che si trova sulla punta del promontorio che divide i due rami del lago. Infine per visitare l’isola Comacina ci siamo avvalsi dell’apposito taxiboat che la collega ad Osuccio.

Giorno 1 (23 luglio) arrivo in mattinata a Como e giro della città,
giorno 2 (24 luglio) gita in battello a Cernobbio e in funicolare a Brunate,
giorno 3 (25 luglio) percorso in auto della via Regina e gita all’Isola Comacina,
giorno 4 (26 luglio) Visita di Villa Carlotta e Menaggio,
giorno 5 (27 luglio) percorso in auto del lago, visita di Gravedona e dell’orrido di Bellano,
giorno 6 (28 luglio) gita in battello e visita a Bellagio,
giorno 7 (29 luglio) gita a Varenna e conclusione del giro del lago e rientro in auto.

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23 LUGLIO

Carichiamo due trolley dentro il modesto bagagliaio della nostra Alfa Romeo GT 1300 junior, una granturismo coupe’ del 1971 di un bel colore rosso e, ad andatura turistica, con due ore di autostrada, raggiungiamo Como in tarda mattinata. Abbamo prenotato una camera all’hotel Rossovino, un albergo a 3 stelle collocato non proprio in centro ma dotato di una autorimessa privata per tenere al riparo la nostra auto. Poichè siamo arrivati in anticipo sull’orario del check in e la stanza non è ancora pronta, muniti di cartina della città cortesemente fornita alla reception, parcheggiamo l’auto e con un comodo autobus di linea urbana arriviamo in 20 minuti a Piazza Vittoria; lì l’imponente porta Torre Vittoria segna l’accesso alla città vecchia. Como è una antica città romana e poi medievale cinta di mura possenti; all’ interno delle mura, si sviluppa un reticolo di strade e vicoli, con molti negozi e locali frequentati dai tanti visitatori che affollano la città, dal momento che, come in seguito riscontreremo nel nostro viaggio, la zona del lago di Como è una meta ormai ad alta intensità turistica. Come già accennato, uno dei feel rouge di questo viaggio è l’arte romanica lombarda che qui a Como trova, tra le sue più importanti espressioni il duomo e le chiese di San Fedele e di Sant’Abbondio. Ci dirigiamo quindi verso San Fedele ma la troviano chiusa nell’intervallo di pranzo. A proposito di pranzo, l’ora è propizia e ci buttiamo su uno dei pochi tavoli ancora liberi tra i dehor di ristoranti aperti sulla piazza della Chiesa. Mentre che siamo a tavola, controlliamo su internet gli orari di apertura dei principali monumenti e, pagato il comto, ci dirigiamo prontamente verso Sant’Abbondio, la chiesa più distante, prina che chiuda. La giornata è molto calda e con quache sudata arriviamo alla Basilica, che è considerata uno dei siti più importanti del romanico lombardo per alcune sue caratteristiche tipiche piuttosto del romanico oltr’alpe, in particolare per la presenza di due torri affiancate al corpo basilicale (al posto del solitario campanile) e per l’abside molto esteso. In chiesa non c’è nessuno e possiamo goderci in tutta tranquillità e silenzio l’atmosfera mistica dei luoghi sacri medievali. Ci attirano, in particolare, gli affreschi trecenteschi del presbiterio. Poi, dai vetri di una porticina chiusa, intravvediamo un ampio chiostro; incuriositi, cerchiamo un passaggio che troviamo, usciti dalla porta centrale. A fianco della Basilica vi è infatti il portone di una sede universitaria; oltrepassata la soglia, con il tacito assenso del custode, si apre a noi lo spettacolo di un magnifico chiostro a due livelli cinquecentesco che percorriamo con stupore per tutti i quattro lati. Una delle tante meraviglie ignote ai più.

Tempus Fugit! Dobbiamo tornare in centro prima che chiuda il duomo. Quando arriviamo in piazza del Duomo da una delle tante viuzze, si apre, all’improvviso, imponente, la facciata gotica della Cattedrale di Santa Maria Assunta, il principale edificio di culto della città. Come tante altre chiese italiane, il Duomo si presenta nella veste odierna come un mix di stili che vanno dal romanico al gotico e al barocco. All’ingresso del tempio ci accoglie una volontaria che controlla il “decoro” dell’abbigliamento dei visitatori, senza alcuna indulgenza per le povere accaldate turiste con le spalle scoperte, alle quali viene d’imperio imposto di coprirsi con un velo; noi passiamo l’esame a pieni voti e ci fermiamo per chiedere qualche informazione sugli arredi d’arte; prontamente ci risponde con molte informazioni e ci consegna un depliant illustrativo (con pagamento di una modica offerta). Abbiamo avuto l’impressione che sia una persona sinceramente devota e appassionata della suo lavoro e perciò le perdoniamo volentieri le sue sgridate. La visita dell’interno richiede un’ora, volendoci soffermare sulle sue importanti opere d’arte, tra le quali la Pala Raimondi di Bernardino Luini, un importante pittore seguace di Leonardo da Vinci.

Onde evitare una overdose di luoghi religiosi, tralasciamo la basilica di San Fedele e camminiamo verso il Lungo lago, sperando in un pò di refrigerio in questa afosa giornata di luglio; raggiunto il passeggio, lo percorriamo verso ponente per ammirare il Tempio Voltiano, un edifcio neoclassico costruito in onore di Alessandro Volta, il celebre inventore, cittadino di Como. Passiamo oltre, senza visitare al suo interno il museo (a pagamento) e raggiungiamo il Monumento ai Caduti, raro esempio di opera celebrativa in stile razionalista e, subito dopo, il vicino NovoComun, un edificio residenziale progettato dall’Architetto Guseppe Terragni, uno dei padri del razionalismo italiano. Dopo questa passerella tra le architetture del ‘900, ormai esausti per la calura estiva, ci godiamo, fino all’ultimo cristallo di ghiaccio, una mega granita; infine, prendiamo l’autobus per rientrare in albergo. Come nostro solito, chiediano consigli per la cena al gentile portiere che ci consiglia una pizzeria e un ristorante, Fidandoci della “dritta”, sciegliamo la pizzeria, poiché si arriva a piedi, ma giunti sul posto la troviamo chiusa. Un suggerimento: fidarsi è bene ma… telefonare prima è meglio. Così prenotiamo al telefono un tavolo al ristorante “La Cava dei sapori” (www.lacavadeisapori.it). La cena è squisita, il personale molto gentile e il prezzo giusto, in rapporto all’ottima qualità dei piatti a base di pesce.

24 LUGLIO

L’hotel Rossovino è disposto su più palazzine contigue, di cui alcune di recente costruzione e altre non ancora terminate. La reception e la sala colazione sono in un corpo poco distante dalla palazzina ove dormiamo noi. Due passi mattutini fanno bene ma potrebbe essere un problema in caso di maltempo. Consumiamo una discreta colazione con una certa varietà di cibo, ma il caffè, come spesso accade negli alberghi, non è fatto con la macchina da bar, bensì con un erogatore automatico. Il gusto evidentemente non è lo stesso!
Per il nostro secondo giorno di vacanza, il programma prevede la visita a Cernobbio, una località affacciata sul lago tra le più più eleganti ed esclusive; qui gli industriali tengono il loro convegno annuale (tanto per dire!). Cernobbio è a pochi chilometri di strada da Como ma preferiamo arrivarci dal lago con un battello che per 5 euro a testa andata e ritorno, ci permette di fare una mini crociera e godere del paesaggio da un altro punto di vista. Cernobbio è un piccolo paese con un vecchio borgo molto ben restaurato. Le attrattive principali sono però le grandi ville d’epoca, Villa d’Este, Villa Erba e Villa Bernasconi tra le più importanti. Di queste, solo Villa Bernasconi, splendida residenza in stile liberty, è normalmente aperta al pubblico ma oggi la troviamo chiusa e possiamo solo passeggiare nel suo bel giardino per ammirare le sue eccentriche forme art moveau. L’ufficio del turismo, che noi consigliamo di contattare perchè fonte di preziose informazioni, spesso non altrimenti reperibili, dà un buon suggerimento: esplorare il “Giardino della Valle”, che dista poco più di 10 minuti a piedi dal centro. Quando arriviamo sul posto ci troviamo dentro un’oasi di pace, immersi in una lussureggiante vegetazione, punteggiata di pittoreschi angoli romantici, ove riposare su una panchina accanto ad un’opera d’arte e un buon libro; il parco, fruibile gratuitamente, è stato creato, risanando l’area degradata del greto di un torrente, grazie alla passione e al buon gusto estetico di molti volontari.
Dopo aver concluso la visita al Giardino, torniamo all’imbarcadero e rientriamo a Como. Per proseguire la visita alle attrattive di Como e dintorni, prendiamo la funicolare che, dalla stazioncina appena dietro il lungomare orientale, porta a Brunate, una tranquilla località di villeggiatura sopra il lago a 700 metri di altitudine, dove speriamo di trovare un po’ di refrigerio dall’afa di Como; Effettivamente lassù l’aria è più gradevole, forse per questo, sono state costruite molte ville d’epoca e si incontrano punti panoramici, dai quali si gode un’ ampia vista sul lago e sulla sua corona di montagne. Dopo tanta bellezza, una fresca birra sotto le piante del Caffè vicino la funicolare ci sta, eccome!

A pomeriggio inoltrato, saliamo su una super affollata cabina della funicolare per scendere in città e rientrare in albergo. Per la seconda cena a Como, internet ci propone, a pochi minuti di auto dall’hotel, “Il birrificio di Como” (www.ilbirrificio.it): la sua insegna si staglia sui muri di una vecchia fabbrica, oggetto di un riuscito intervento di riqualificazione e trasformazione in un grande locale per la produzione e la consumazione di birra; dentro la fabbrica si assopora l’ambiente tipico delle birrerie, con il via vai di inservienti che portano birra in boccali e talora in grandi bottiglie per il consumo alla spina dei commensali direttamente a tavola . Con la birra si può mangiare pizza o carne, Noi scegliamo un sostanzioso menù di carne con patate per riequilibrare il panino di pranzo.

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25 LUGLIO

Oggi comincia il giro automobilistico del lago che ci consentirà di apprezzare le doti sportive della nostra Alfa Romeo; infatti è nei percorsi misti di rettilinei e curve, brevi salite e dolci discese della litoranea detta “Via regina” che questa vettura d’antan dà le sue migliori prestazioni, grazie anche alla trazione posteriore e al cuore sportivo Alfa Romeo. Dopo un trentina di chilometri, durante i quali ammiriamo il lago e attraversiamo i piccoli borghi che vi si affacciano, ci fermiano verso le 10 del mattino a Ospedaletto di Ossuccio, un piccolo sito medievale, composto dalla Chiesa di Santa Maria Maddalena con il suo campanile romanico-gotico, diventato uno dei simboli del Lago di Como, e dal Museo antiquarium, nonché dall’approdo per l’Isola Comacina. Il museo è ancora chiuso (apre alle 11) e il primo taxi boat disponibile è alle 10,30, perciò c’è il tempo per un buon caffè al bar dell’adiacente lido. Puntuali, ci imbarchiamo su un motoscafo per attraversare lo stretto spcchio d’acqua che ci separa dall’unica isola del lago di Como, luogo abitato fin dal medioevo ma attualmente del tutto deserto; anche l’unico bar ristorante esistente sull’isolotto è da tempo serrato. Per visitare l’isola occorre inserire quattro euro a testa nella cassa automatica posta all’approdo delle barche. Sull’isoletta si trovano i resti di alcune chiese romaniche, che raggiungiamo seguendo sentieri stretti e malcurati. Purtroppo, di tali antiche vestigia rimane molto poco e anche gli sbiaditi cartelli illustrativi non aiutano a comprendere la storia del luoghi. Forse, sarebbe stato meglio venire con una guida turistica. Degni di nota, ma anch’essi disabitati, sono i villini, ivi costruiti nel ‘900 in stile razionalista. Per il suo isolamento dalla terraferma, per il suo contesto naturale incontaminato e per le sue vestigia religiose, l’isola potrebbe essere un bel luogo per il riposo, la meditazione e la spiritualità ma il suo stato d’abbandono non invoglia la permanenza, perciò, fatto il periplo dell’isola, torniamo all’imbarcadero ove saliamo sulla primo scafo, insiene ad altri turisti che devono scendere prima a Sala Comacina , abbiamo così l’opportunità di allungare la gita in barca senza sovrapprezzo!

Scesi di nuovo in terraferma pranziamo nel delizioso Lido di Osuccio, già individuato al mattino. Ci danno un tavolo sul prato proprio sulla sponda del lago, in una posizione perfetta per godere della brezza, ciò si riflette inevitabilmente anche un po’ sul prezzo del pasto, ma vi assicuriamo che il posto merita e il personale è molto gentile e disponibile.

Dopo pranzo, visitiamo il piccolo Museo Antiquarium, il quale raccoglie i reperti archeologici trovati sull’isola Comancina durante le campagne di scavi del ‘900 e ne racconta la storia; la gentile impiegata ci apre la chiesetta romanica di Santa Maria Maddalena per una breve visita e qualche fotografia.

Al rientro al parcheggio, abbiamo una brutta sorpresa: l’auto non parte più. La causa è un calo di potenza della batteria dovuto al mancato spegnimento delle luci, che ovviamente su queste vecchie vetture non è automatico. Che fare? Sono le due del pomeriggio, siamo in un paesino e certamente non vi è alcuna officina aperta. Chiediamo aiuto a dei poliziotti in motocicletta che stavano parcheggiando lì vicino. Questi uomini in divisa ,che devo ringraziare, si sono subito prodigati per aiutarci rivolgendosi ai vigili urbani di Ossuccio, la cui caserma, per nostra fortuna, si trova proprio a fianco dell’Antiquarium. Il comandante dei vigili urbani ci ha dato il nunero di telefono dell’officina “New Power Auto Nautica” e, dopo neanche mezzora, è arrivato un loro addetto, il quale ha sostituito la batteria, rimettendo così in moto l’auto; era un meccanico ormai di una certa età e come spesso accade, un esperto e buon conoscitore di auto d’epoca . Ah, i meccanici di una volta!
Superato brillantemente il contrattempo, grazie sempre alla gentilezza e disponibilità dei “Laghee” (come ama chiamarsi la gente di lago), ci rimettiamo alla guida e raggiungiamo Lenno, altro borgo con importanti vestigia medievali, in particolare il Battistero romanico a base ottagonale (per ricordare l’ottavo giorno, cioè il giorno della resurrezione), nonché la chiesa di Santo Stefano con la sua cripta, la cui volta è sorretta da colonne e capitelli addirittura di epoca carolingia (secolo VIII). Anche qui a Lenno, dopo una immersione nella storia dell’arte, ci gustiamo una fresca granita alla “Fabbrica del gelato” nella piazzetta prospicente il lago.

Percorriamo poi altri dieci chilometri di litorale e dopo una breve salita raggiungiamo la nostra meta serale, il B&B “Balcone fiorito” (www.bbbalconefiorito.it), situato su un bel poggio sopra Menaggio con vista sul lago.
La camera si affaccia sul giardino della proprietà, è un po’ piccola ma fresca, l’affabile titolare è una signora inglese di Glasgow che si è trasferita in Italia per amore. Suo figlio ci dà tante informazioni sulle attrattive del posto e si fa in quattro per prenotarci la cena alla trattoria “La vecchia magnolia” a Loveno, dove mangiamo ottime specialità culinarie della Valtellina, quali i pizzoccheri e gli sciatt.

26 LUGLIO

Al risveglio ci accoglie un bel temporale, pertanto la colazione viene servita nella piccola e accogliente depandance del giardino. La saletta è tutta per noi. Per fortuna ci siamo alzati presto! La colazione è ottima con torte e muffin fatti in casa. L’obiettivo di oggi è Villa Carlotta, a Tremezzina, forse la più famosa delle ville del lago. Ci muoviamo con largo anticipo sull’apertura dei cancelli, prevista alle 10,00, poiché il nostro gentile ospite ci ha segnalato la difficoltà di sostare nelle vicinanze della Villa; troviamo parcheggio nell’ultimo posto rimasto libero, stretto tra due moderni SUV, ma non abbastanza per la nostra sinuosa coupè. L’accesso alla Villa e al suo parco è a pagamento (sei Euro a testa) ma merita! “L’incanto della natura incontra il fascino dell’arte”: questo è il suo slogan di benvenuto. Mentre facciamo la coda al botteghino, l’operatrice interrompe il suo lavoro per accogliere un gruppo di ragazzi e ragazze dell’ANFFAS, una associazione che si occupa di persone con problemi fisici e mentali. Con nostra muta disapprovazione sentiamo qualcuno in coda mormorare per il rallentamento! Quando giunge il nostro turno l’addetta alla biglietteria, si scusa con noi per il ritardo, Ma ci mancherebbe! Purtroppo ci sono persone normodotate che non riescono a comprendere quanto è fortunata la loro vita! E’ comunque una buona occasione venire a conoscenza che l’Ente gestore della Villa collabora con i progetti di questa associazione e presso la Torretta Romantica si sta svolgendo una esposizione di poesie e fotografie realizzate dagli ospiti dell’ANFFAS. Non mancheremo di visitarla. La villa seicentesca, ampiamente rimaneggiata nel diannovesimo secolo, si erge proprio di fronte allo specchio d’acqua a cui è collegato da un’aulica scalinata ed è circondata da un parco di otto ettari! All’interno della villa è ospitata una collezione d’importanti opere d’arte, tra le quali anche alcune sculture di Canova, nonché di arredi e dipinti per lo più dell’ottocento. All’esterno, si sviluppa un reticolo di sentieri che percorrono le diverse zone del parco: il giardino giapponese, il giardino romantico, il giardino all’italiana; nei giardini crescono molte specie vegetali, tra le quali alberi di alto fusto, alcuni centenari, piante grasse e piante esotiche che possono lì prosperare, grazie al clima mite del lago. Passiamo l’intera mattina a contemplare l’arte e la natura. Ebri di cotanta bellezza, ma anche un po’ stanchi, ci sediamo al bar interno della Villa per gustare un gelato, con vista lago naturalmente!
Il pomeriggio è dedicato al riposo e a prendere il sole nel piccolo ma grazioso giardino del nostro bed and breakfast. L’ennesima “dritta” del gestore del b&b ci porta a fare una gradevole passeggiata di una ventina di minuti nel bosco e a cenare al Ristorante “La Baita” a Paullo di Menaggio. Attovagliati sulla terrazza con magnifica vista sul lago, apprezziamo la loro cucina di montagna evitando (ma solo per ragioni climatiche) il piatto forte, la pur invitante polenta.

27 LUGLIO

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Nella giornata odierna facciamo il trasferimento in auto più lungo: percorriamo, infatti, tutta la via Regina fino al vertice estremo superiore del lago e poi passiamo alla sua sponda orientale. Questa strada ci consente, ancora una volta, di apprezzare le doti sportive della nostra Granturismo e di contemplare il meraviglioso paesaggio lacuale. Prima di partire, con un breve giro a piedi conosciamo il centro storico di Menaggio e la piazzetta sul lago (un vero gioiello) dove scattiamo un bel selfie. Dopo pochi chilometri, ci fermiano dieci minuti per ammirare la Villa La Gaeta , un piccolo castello delle favole, articolato in torrette e logge nel più bel stile eclettico del famoso architetto Gino Coppedè. La villa è stata la location di noti film, tra i quali !007 Casinò Rojale”, Oggi è un residence di lusso! La prima vera sosta della giornata è a Gravedona, dove – immancabile in questo tour – ci aspetta un sito medievale: si tratta della Chiesa di Santa Maria del Tiglio, (aperta gratuitamente tutti i giorni) affacciata alla sponda del lago, un bell’esempio di architettura romanico-lombarda del XII secolo. In realtà essa in origine non era proprio una chiesa, bensì un battistero, ossia il luogo dove nel medioevo i catecumeni ricevevano il battesimo per immersione per diventare cristiani. La sua forma è all’incirca quadrata e al centro della facciata (cosa assai rara) si erge il suo campanile. Quando si entra nel tempio siamo rapiti dallo spirito degli uomini del medioevo. Le pietre dei muri, gli affreschi, le balautre del matroneo (una sorta di balconata riservata alle donne) che corrono nella fascia alta, tutto risuona di un tempo molto antico, con richiami nel loro stile arcaico ad epoche ancora piu’ lontane dell’età tardo romana e bizantina: D’altronde l’edifiicio è sorto sopra un preesistente battistero del V secolo, come testimoniano i frammenti di mosaico emersi dagli scavi sotto il pavimento. Si tratta di un monumento unico nel suo genere.

Risaliti in auto ci godiamo a velocità moderata l’itinerario panoramico della statale che costeggia la sponda occidentale del lago, fino a superare il ponte sul fiune Adda, suo immissario, e poi affianca la sponda orientale, fino a raggiungere Bellano, giusto in tempo per il pranzo nella piazzetta antistante il lago. Nel pomeriggio, visitiamo la principale attrazione locale (a pagamento), il famoso Orrido di Bellano. Si tratta di un camminamento dentro una profonda forra, sul cui fondo scorre, impetuoso, il torrente Pioverna; il percorso è abbastanza breve (circa mezzora) e l’esperienza a nostro parere non è poi così suggestiva, rispetto ad altri orridi che abbiamo visitato (ad esempio il Canyon Rio Sass a Fondo, in Val di Non). Il paese è carino e ha un Lungo lago ben curato e di notevole lunghezza, nonché, al fondo, una piccola spiaggia. Il nostro arrivo a Bellano oggi è particolarmente fortunato poiché è in corso la festa patronale e su tutto il lungo lago sono allestiti banchetti di street food e nella serata sono previsti spettacoli musicali e di cabaret. Prima però, appema fuori dal paese, facciamo la conoscenza del nostro b&b, “Villa Anita”. Appena entrati nel b&b rimaniamo impressionati dalla splendida vista sul lago che si gode dalla grande terrazza della sala per la colazione. La signora Elena ci accoglie con cordialità, come se fossimo di casa, e ci spiega che il b&b si trova proprio nella loro residenza familiare; ci assegna la camera blu, una stanza non molto ampia con bagno privato con le pareti dipinte di azzurro e arredata con buon gusto nei toni dal bianco al blu, lenzuola comprese. Nel salone del loro appartamento, affacciato sul lago e utilizzato per la colazione, si può attingere acqua fresca da un apposito erogatore, a disposizione gratuita degli ospiti; un upgrade da noi molto gradito in queste giornate di super caldo. Lasciamo la nostra GT nel parcheggio di Villa Anita per scendere a piedi in paese; giriamo per i banchetti di street food e infine prendiamo un piatto di pesce di lago con una fetta di polenta. Verso le 21,00 la festa entra nel vivo con lo spettacolo di cabaret che (sorpresa!) vede tra gli altri la presenza di Giampiero Perone, un comico che conosciamo bene; seguiamo perciò con piacere questo show e gli altri intrattenimenti, fino allo spettacolo dei fuochi d’artificio.

 

Gravedona

28 LUGLIO

Oggi, che è domenica, non comviene spostarsi con l’auto, perciò, dopo una abbondante colazione con buonissime torte e con il cappuccino perfettamente preparato con la macchina espresso da bar di cui è dotato questo b&b (cosa inconsueta per un b&b e da noi molto gradita), scendiamo al lago per prendere il battello della “Compagnia di navigazione del lago di Como”. La nostra meta è Bellagio, la perla del Lago di Como, affaciata al vertice del promontorio che fa da spartiacque tra il ramo di Lecco e il ramo di Como del Lario. Bellagio è una nota località turistica; sul lungolago, a portici, espongono le loro vetrine eleganti caffè e negozi. Il borgo, complice la giornata festiva, è letteralmente invaso da una marea di turisti, quasi tutti stranieri, ma essendo giunti presto, come nostra abitudine, riusciamo a visitare, ancora deserta, la Chiesa parrocchiale di San Giacomo, posta nella parte alta del paese, una basilica a tre navate di impianto romanico, ricca di opere d’arte, tra le quali l’ambone, che, seppur ricostruito agli inizi del XX secolo, ne recupera le antiche lastre mediovali con i simboli degli evangelisti in rilievo (L’angelo, l’aquila, il bue e il leone). Nella piazza a fianco della chiesa si trova l’ufficio turistico, al quale ci rivolgiamo per raccogliere informazioni utili alla visita odierna. La gentile impiegata ci propone un percorso circolare pedonale, che, guidati da una cartina, consente di visitare i principali punti d’interesse; intraprendiamo quindi il percorso che si snoda tra le stradine del borgo, vivacizzate da botteghe e negozi forniti di tanti articoli a prezzi, diciamo, “per turisti facoltosi”. Meritevole di nota è un edificio in stile neo gotico nordico; un tempo era una chiesa protestante, poi è stato trasformato in villino. Un’operazione di riuso ben riuscita! Dopo circa un’ora ci ritroviamo sul lungo lago nel clou dell’assalto turistico alla poca brezza apprezzabile in questa torrida giornata di mezz’estate.. Neanche da immaginare di trovare posto in un dehor dei non pochi ristoranti aperti. Ci accontentiamo di un gelato ai gusti frutta. Ci imbarchiamo di nuovo sul battello per una minicrociera di due ore e mezza sul lago, approfittando del biglietto comulativo giornaliero a sedici euro e godendo così, ancora una volta, delle bellezze delle sue sponde e dell’aria che si prende seduti a prua. Nel tardo pomeriggio sbarchiamo a Bellano e rientriamo a Villa Anita; qui chiediamo a Giovanni (l’altro gestore del b&b) consigli per un buon ristorante in zona e lui ci manda alla Trattoria del Ponte nel borgo antico. Ceniamo all’interno di un tranquillo cortiletto gustando, con soddisfazione, i piatti tipici locali a base di pesce di lago.
Concludiano così la giornata a Bellano con un’ esperienza culinaria che arricchisce la nostra conoscenza del territorio che stiamo esplorando.

29 LUGLIO

Nell’ultimo giorno di questa breve vacanza, salutiamo i gentili titolari di Villa Anita, ripromettendoci in cuor nostro di poter tornare un giorno nella loro bella casa, e concludiamo, a bordo della nostra auto d’epoca, il percorso intorno al lago Lario con l’ennesima tappa tra le località di sogno di questa meravigliosa terra. Il piccolo borgo di Varenna, si estende su un promontorio e appare quasi aggrappato tra la riva del lago e la montagna. Sul lungo lago non vi è spazio per una promenade e percorriamo la stradina pedonale passando tra i tavoli dei ristorantini e infilandoci sotto i portici delle case a picco sul lago. Certamente non ci perdiamo la meta preferita dai turisti, cioè la suggestiva Passeggiata degli Innamorati che dal centro del paese porta all’imbarcadero: si tratta di un percorso pedonale di poche centinaia di metri a sbalzo sull’acqua con meravigliose viste del lago, della costa e del paesino, nonché con pittoreschi angoli per la classica foto romantica. Come detto, il paese è molto piccolo e lo percorriamo a piedi in un’oretta, c’è quindi tempo ancora per visitare la vicina Villa dei Cipressi, una delle dimore signorili e dei giardini più belli del Lario. La villa è un hotel di lusso, ma il parco è aperto al pubblico a pagamento. Dopo aver superato l’atrio della villa veniamo accolti in una grande terrazza, che si affaccia sul giardino e sul lago, e investiti dalla calda luce del mezzogiorno. Camminiamo nei vialetti tra gli alti cipressi (da cui il nome della dimora) e le tante specie esotiche di questo lussureggiante giardino, fino a raggiungere un verde prato che sia affaccia sul lago e sederci sulle panchine, per godere dell’ombra della vegetazione e della frescura delle acque lacustri: un paradiso terrestre! Purtroppo dobbiamo lasciare questo incanto e tornare a casa, non senza qualche difficoltà a ritrovare la via d’uscita poiché il percorso principale era stato interdetto al pubblico in favore della celebrazione di un matrimonio.

C’è ancora il tempo per uno spuntino nel bar della piazza del paese e poi concludiamo il nostro tragitto intorno al Lago di Como percorrendo la litoranea fino a Lecco; e da lì poi ci dirigiamo verso l’autostada che ci riporta a casa in serata.





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