Effettua una nuova ricerca
More results...
Come ogni anno, a partire dal mese di ottobre le Regioni danno il via alla campagna di vaccinazione antinfluenzale, che va avanti per tutto il mese di novembre in vista della stagione influenzale, che tipicamente alletta gli italiani a partire dalla seconda metà di dicembre fino alla fine di marzo.
Nelle prossime settimane il vaccino antinfluenzale sarà man mano proposto a varie categorie di persone, quelle che più beneficiano di una protezione dall’influenza: prima di tutto i soggetti più fragili, per anzianità e stato di salute, che più rischiano di andare incontro a complicanze serie (respiratorie, cardiache, ecc…) in caso di infezione. Sarà poi il turno delle altre fasce della popolazione, a cui le istituzioni raccomandano e offrono gratuitamente la vaccinazione.
In questo dossier spiegheremo quali sono le categorie a cui la vaccinazione è offerta gratuitamente, a quali persone è caldamente raccomandata, dove e come prenotarla e quanto costa (se richiesta a pagamento). Non solo: spiegheremo anche quanto dura la protezione data dal vaccino e in quale periodo vaccinarsi per essere protetti nel momento del picco dei contagi.
Ma partiamo dalle basi e vediamo cosa contiene e come funziona un vaccino antinfluenzale.
L’antinfluenzale è un vaccino che allena le difese immunitarie a riconosce e ad attivarsi specificamente contro i virus influenzali. Vediamo come.
Cosa contiene il vaccino antinfluenzale
I vaccini antinfluenzali autorizzati per la prossima stagione (come Efluelda, Fluad, Fluarix, Flucelvax, Influvac e Vaxifgrip) contengono al loro interno le proteine dell’involucro esterno dei virus influenzali che si ritiene circoleranno di più nei mesi invernali. I virus influenzali hanno una sorta di manto che ricopre le strutture più interne; dal manto svettano alcune proteine – che si chiamano “emoagglutinina” e “neuraminidasi” – che per il nostro sistema immunitario fungono da vere e proprie bandierine rosse. Il loro riconoscimento da parte di globuli bianchi e anticorpi circolanti (quando già maturati) innesca una risposta difensiva protettiva immediata, duratura nel tempo e facile da risvegliare ad ogni successivo incontro. Il vaccino antinfluenzale, presentando le sole “bandierine” al nostro organismo, attiva e allena il sistema immunitario a riconoscere i virus influenzali in modo specifico, senza l’inconveniente della malattia. Vaccinandosi, il sistema immunitario sarà quindi più pronto e reattivo quando avrà di fronte a sé i virus veri e propri.
Le proteine virali sono estratte e purificate da cosiddette forme inattivate dei virus influenzali (cioè da virus coltivati in laboratorio e resi inoffensivi) o prodotte in vitro grazie a metodi biotecnologici. C’è però un’eccezione: il vaccino Fluenz, sotto forma di spray nasale, indicato per bambini e ragazzi dai 2 ai 18 anni, contiene il virus influenzale in forma viva attenuata, cioè indebolita in laboratorio e non in grado di causare un’influenza o di trasmettersi agli altri.
Infine, i vaccini antinfluenzali possono contenere degli adiuvanti, cioè sostanze di provata sicurezza che aiutano a innescare la risposta del sistema immunitario verso le proteine virali. In questo caso si parla di vaccino “adiuvato”, una tipologia di vaccino di norma riservata alle persone con un sistema immunitario meno reattivo, ad esempio le persone anziane.
A cosa serve il vaccino antinfluenzale
Il vaccino serve a preparare per tempo le difese immunitarie. Se il sistema immunitario è stato allenato col vaccino a riconoscere le proteine dei virus influenzali, di fronte ai virus veri e propri sarà più veloce e più efficace.
Questo allenamento serve a ridurre il rischio di prendersi l’ influenza, di ammalarsi in modo grave e di essere ricoverati in ospedale. Serve anche a limitare la trasmissione dell’infezione agli altri, visto che il contagio avviene soprattutto tramite colpi di tosse, starnuti e goccioline respiratorie.
La vaccinazione offre così benefici al singolo individuo (evitare di stare male, di perdere giornate di scuola, di lavoro, occasioni di viaggio, attività ricreative, cerimonie, eventi culturali o sportivi, ecc.) e benefici per la comunità: meno persone a rischio che si ammalano, meno accessi al pronto soccorso, meno ricoveri e servizi sanitari meno sovraccarichi.
È proprio per evitare il più possibile rischi per le persone vulnerabili che il vaccino viene offerto a operatori sanitari e a lavoratori dei servizi essenziali, e che si raccomanda la vaccinazione a tutti coloro che si prendono cura di persone fragili o anziane: il 90% delle morti correlate all’influenza si verifica proprio in questa fascia della popolazione.
Proteggere anziani e malati cronici da complicanze gravi
Rare ma gravi complicanze possono insorgere in corso di influenza, specialmente nei soggetti più fragili: sono infatti possibili polmoniti virali o da sovra-infezione batterica, infezioni a carico del cuore (miocarditi) o del cervello (encefaliti), problemi renali e problemi cardiaci, specialmente in chi soffre di cuore. L’infezione, infatti, manda in affanno l’organismo, scatena processi infiammatori a danno anche dei vasi sanguigni e aumenta il rischio di formazione di trombi: il risultato è un maggiore probabilità di scompenso cardiaco, infarto e ictus. Per questi motivi, ai soggetti fragili, ai portatori di malattie croniche e specialmente ai cardiopatici è raccomandato vaccinarsi. Gli studi disponibili dimostrano, infatti, che negli anziani con malattia cardiaca non stabilizzata, la vaccinazione riduce ricoveri e decessi in modo significativo.
Non uno scudo totale: serve attenzione
Purtroppo, la vaccinazione può conferire una protezione solo parziale alle persone anziane e ai fragili durante i mesi invernali. I motivi sono vari:
- In inverno ci si ammala anche per colpa di molti altri virus e batteri, ben più preponderanti dell’influenza per numero di casi. I virus influenzali, tra l’altro, sono causa di una parte minoritaria delle malattie virali simil-influenzali che si registrano in inverno. Contro di esse, il vaccino antinfluenzale non offre alcuna copertura.
- L’efficacia della vaccinazione è generalmente modesta e variabile di anno in anno, a seconda che il vaccino si sia rivelato ben formulato. Le stime disponibili dicono che la vaccinazione riduca di circa il 40% le chance di ammalarsi.
- Negli anziani, l’efficacia della vaccinazione è più bassa che in bambini e adulti sani, per via dell’invecchiamento e delle patologie croniche che indeboliscono il sistema immunitario.
Ciò significa che vaccinarsi non comporta la garanzia di non ammalarsi e che nei confronti dei fragili è essenziale avere ulteriori precauzioni, evitando di frequentarli quando si ha qualche sintomo oppure utilizzando una mascherina FFP2 in loro presenza, attuando tutte le possibili misure di igiene e per primi evitando il più possibile di ammalarci.
Come si somministra il vaccino antinfluenzale
Agli adulti e ai bambini a partire dai 2 anni, il vaccino si somministra con un’iniezione intramuscolare nel muscolo deltoide della spalla. Per i lattanti e i bimbi fino a 2 anni, invece, l’iniezione va fatta nella coscia. È sufficiente una sola dose, tranne che per i bambini al di sotto dei 9 anni e mai vaccinati per l’influenza, a cui vanno somministrate due dosi di vaccino a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra. Esiste però anche una formulazione spray nasale (il vaccino Fluenz, indicato per l’immunizzazione di bambini e adolescenti di 2-18 anni d’età) che va nebulizzato nelle narici.
Le vaccinazioni partono di norma dal mese di ottobre, una volta che le aziende farmaceutiche rendono disponibili le dosi. Le somministrazioni avvengono per tutto l’autunno, con l’idea di offrire una copertura utile nei mesi invernali, quando i virus influenzali circolano maggiormente. Va però tenuto in conto che il vaccino non è efficace dal giorno dopo la vaccinazione e che negli ultimi due anni il picco delle infezioni è stato osservato prima dell’inizio dell’inverno.
Qual è quindi il periodo migliore per vaccinarsi?
Quando fare il vaccino antinfluenzale
Il periodo migliore per vaccinarsi contro l’influenza è quello compreso tra la metà del mese di ottobre e la metà del mese di novembre, considerando che il vaccino impiega due settimane per suscitare una difesa immunitaria protettiva (il cosiddetto periodo “finestra” in cui non si è “coperti”) e che la stagione influenzale in questi ultimi due anni ha spesso anticipato il suo picco, causando un elevato numero di casi durante le feste natalizie, invece di avere il suo classico picco tra gennaio e febbraio.
In entrambi i casi, vaccinandosi al massimo entro la fine di novembre ci si garantisce una copertura sia in caso di eventuali picchi natalizi anticipati, sia in caso di più tradizionali picchi invernali. Il vaccino, infatti, assicura una copertura sufficientemente lunga da coprire tutto il classico periodo della stagione influenzale, cioè da dicembre-gennaio a marzo-aprile.
Quando non si può fare il vaccino antinfluenzale
Anche se il periodo migliore per vaccinarsi è tra la metà di ottobre e la metà di novembre, c’è sempre la possibilità di vaccinarsi nelle settimane successive. È possibile vaccinarsi anche nel mese di dicembre o anche a gennaio, nonostante la stagione influenzale sia già iniziata. Le circostanze in cui non si può fare il vaccino sono legate solo allo stato di salute: cioè, in caso di una reazione allergica o di altro effetto avverso grave ad una precedente vaccinazione antinfluenzale; oppure, nel caso i cui si sia malati nel giorno della somministrazione. In presenza di malattia acuta, con o senza febbre, è necessario essere cauti e valutare col medico l’opportunità di posticipare la vaccinazione. A seconda dei vaccino possono esserci indicazioni e controindicazioni differenti, ma il medico sarà in grado di indirizzare il paziente verso la formulazione più adatta.
In merito alle reazioni allergiche, va segnalato che ogni anno l’Agenzia italiana del farmaco pubblica le informazioni relative all’assenza di lattice nelle diverse componenti dei vaccini. Questa informazione è molto importante per le persone allergiche al lattice, che in caso di presenza, anche in tracce, sarebbero esposte al rischio di reazioni allergiche. È quindi sempre necessario segnalare il problema ai sanitari in modo che venga selezionato un vaccino privo di rischi.
Dove fare il vaccino antinfluenzale
È possibile fare il vaccino presso diverse strutture e presidi sanitari:
- i bambini possono essere vaccinati presso lo studio del pediatra o presso gli ambulatori vaccinali delle strutture sanitarie pubbliche o private;
- gli adulti possono vaccinarsi presso l’ambulatorio del medico di famiglia, presso i servizi vaccinali delle aziende sanitarie locali/case di comunità e presso strutture sanitarie private, ma anche presso le farmacie;
- per gli anziani impossibilitati a muoversi da casa esiste la possibilità di ricevere la vaccinazione a domicilio, da parte del medico di base o dei servizi predisposti dalle Asl.
Il vaccino è gratuito per alcune categorie di persone considerate a rischio di complicanze in corso di influenza, di cui parliamo nel capitolo “chi si deve vaccinare”.
Queste persone possono ricevere il vaccino gratuitamente presso il proprio medico di base o pediatra di famiglia, negli ambulatori vaccinali di strutture pubbliche e private o nelle farmacie territoriali, a seconda dell’organizzazione regionale. È necessario quindi informarsi sul sito internet della propria regione o presso il proprio medico di base per capire come poter prenotare e ricevere per tempo la vaccinazione antinfluenzale. In questo caso, quando il vaccino è offerto dalla regione, non si può scegliere il vaccino che verrà proposto. Le Regioni infatti decidono annualmente, tramite gare per la fornitura di vaccini, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che verranno utilizzati durante le campagne vaccinali
Secondo le indicazioni dell’annuale circolare ministeriale di inizio campagna vaccinale, le regioni possono offrire la vaccinazione in modo gratuito a tutti i cittadini, in base alla disponibilità di dosi rimaste una volta vaccinate le categorie prioritarie, attraverso i medici di base oppure ricorrendo a open-day in strutture ad accesso libero. Ma questo significa vaccinarsi più avanti, di solito dalla metà del mese di novembre, sempre che siano rimaste delle dosi.
Fare il vaccino a pagamento: dove e costi
Per tutte le persone che non rientrano in categorie prioritarie ma che vogliono vaccinarsi per tempo, il vaccino antinfluenzale è disponibile anche a pagamento. Ci si può recare in strutture sanitarie private, in farmacie autorizzate a vaccinare, oppure si può acquistare il vaccino in farmacia per poi farsi vaccinare dal proprio medico curante o da altro professionista sanitario di fiducia. Attenzione, però: l’iniezione è una prestazione per cui i medici di base possono chiedere una remunerazione. Vaccinarsi direttamente in farmacia, invece, potrebbe avere un costo tra i 25 e 40 euro, che comprende il costo del vaccino e il costo della somministrazione, che è pari a 6,16 euro. Nell strutture sanitarie private che offrono questo servizio, il costo può essere più alto, indicativamente tra i 40 e i 50 euro.
Prezzi dei vaccini antinfluenzali
Ecco i prezzi dei vaccini antinfluenzali autorizzati per la stagione influenzale 2024-2025 e attualmente in commercio.
Vaccino | Prezzo in euro | Età indicata per la somministrazione |
---|---|---|
EFLUELDA TETRA | 71,00 | Dai 60 anni |
FLUAD TETRA | 34,00 | Dai 50 anni |
FLUCELVAX TETRA | 21,03 | Dai 2 anni |
FLUENZ (vaccino spray) | 33,50 | Dai 24 mesi ai 18 anni |
INFLUVAC S TETRA | 18,28 | Dai 6 mesi |
VAXIGRIP TETRA | 21,00 | Dai 6 mesi |
Fonte: Farmadati
Nessuno è obbligato a fare la vaccinazione antinfluenzale. La vaccinazione è semplicemente raccomandata, anche a coloro a cui viene offerta gratuitamente.
Ogni anno, infatti, la campagna vaccinale prevede di offrire gratuitamente il vaccino ad una serie di categorie di persone che si ritiene rischino maggiormente una complicazione in corso di influenza, ma anche agli operatori sanitari e ai lavoratori dei servizi essenziali, che qualora dovessero contrarre l’influenza possono rappresentare un rischio per le persone con cui vengono a contatto. Riportiamo qui di seguito una versione semplificata delle categorie predisposte dalla circolare ministeriale su prevenzione e controllo dell’influenza:
– persone di età pari o superiore ai 60 anni
– persone di qualunque età ricoverate presso strutture per lungodegenti
– familiari e contatti (adulti e bambini) di persone ad alto rischio di complicanze
– donne in qualunque trimestre della gravidanza e nel periodo postpartum;
– bambini sani nella fascia di età 6 mesi – 6 anni compresi;
– operatori sanitari, forze di polizia, vigili del fuoco e altre categorie socialmente utili a cui le regioni possono decidere di offrire la vaccinazione;
– persone dai 7 ai 60 anni affette da:
- malattie respiratorie croniche (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO);
- malattie cardio-circolatorie;
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con indice di massa corporea BMI >30);
- insufficienza renale/surrenale cronica;
- malattie del sangue;
- tumori;
- deficit immunitari;
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
- malattie croniche a carico del fegato.
Tale elenco non è esaustivo e pertanto i medici di famiglia e i pediatri possono valutare di vaccinare gratuitamente i pazienti in cui sussiste il rischio di forme gravi di malattia. Inoltre, vaccinate le categorie prioritarie, i cittadini che lo richiedono potranno accedere alle dosi non ancora utilizzate. Chiunque abbia più di 6 mesi di età può fare il vaccino antinfluenzale, basta utilizzare una formulazione adatta e indicata per la fascia d’età.
Ecco le risposte ai dubbi più comuni.
Quanto dura il vaccino antinfluenzale? Quanti mesi copre?
La copertura data dal vaccino tende a scemare nel tempo, ma secondo una recente revisione degli studi è di almeno 6 mesi. In questi sei mesi, la copertura anticorpale si riduce nel tempo, ma rimane sufficientemente elevata per dare una protezione.
Vaccinandosi tra ottobre e novembre ci ha una protezione sufficiente a coprire la stagione influenzale. L’anno successivo sarà necessario rivaccinarsi, sia per rinverdire le difese, sia perché tendenzialmente di anno in anno i virus influenzali mutano e possono farlo abbastanza da prendere in contropiede le difese immunitarie elaborate nelle passate stagioni influenzali.
Che effetti collaterali può dare il vaccino antinfluenzale? Quanto durano?
I vaccini antinfluenzali sono ritenuti vaccini sicuri. Tuttavia è possibile avere effetti indesiderati anche gravi. Nel qual caso è importante segnalare la sospetta reazione avversa. Che sia grave o non grave, non importa: le segnalazioni contribuiscono al monitoraggio continuo del rapporto benefici/rischi dei vaccini come di ogni altro medicinale.
Venendo agli effetti indesiderati, quelli più comuni sono rappresentati da manifestazioni locali, quali rossore, dolore e gonfiore del punto di iniezione, che si risolvono generalmente nei giorni successivi alla vaccinazione. Altre reazioni di carattere più generale, quali malessere, mal di testa, febbre o dolori muscolari e articolari, possono presentarsi nell’arco di 6-12 ore dopo la vaccinazione. Sono considerate benigne e si risolvono nell’arco di due giorni circa.
In rari casi, i vaccini antinfluenzali possono causare reazioni allergiche come orticaria, asma o gravi manifestazioni generalizzate (shock anafilattico) dovute ad ipersensibilità nei confronti di determinati componenti del vaccino. In questo caso, l’operatore contatterà il 118 e fornirà l’assistenza necessaria, compresa la somministrazione di adrenalina.
Problemi rari quali nevralgie o disordini neurologici sono stati a volte collegati alla vaccinazione antinfluenzale, ma una correlazione causale non è mai stata dimostrata. Negli ultimi anni, si è tornati spesso a parlare di un legame tra vaccino antinfluenzale e sindrome di Guillain-Barré, una malattia neurologica che comporta la paralisi degli arti, a volte permanente. Si tratta di una patologia molto rara, con 1-2 casi ogni 100.000 abitanti, la cui causa è ignota, ma che è stata correlata a varie infezioni batteriche e virali, tra cui l’influenza. Ad oggi non è chiaro se il vaccino aumenti il rischio di sviluppare questa malattia: alcuni studi lo escludono, mentre altri sostengono che il vaccino causi un caso in più di malattia ogni milione di somministrazioni. Un rischio, questo, ritenuto molto basso e decisamente inferiore al rischio di sviluppare la stessa sindrome a causa di un’influenza. Anzi, alcuni studi suggeriscono che, per questo motivo, il vaccino possa essere persino protettivo.
Con il vaccino antinfluenzale si può prendere l’influenza?
Ci si può ammalare comunque, anche se si è stati vaccinati? La risposta è sì, per due motivi:
- la vaccinazione antinfluenzale offre una protezione limitata;
- in inverno, ci si ammala per colpa di tanti virus che danno sindromi simil-influenzali, da cui il vaccino non protegge.
Come dimostrato da più studi, la protezione fornita dal vaccino contro l’influenza è modesta e variabile di anno in anno. Bisogna ricordare che i virus influenzali mutano costantemente e che la formulazione della vaccinazione antinfluenzale deve essere rivista prima di ogni stagione, per proteggere al meglio dai virus influenzali che si prevede circoleranno. Poiché però questa previsione viene fatta con largo anticipo per consentire la produzione dei vaccini, a volte accade che la formulazione si riveli poco protettiva. Secondo una recente analisi degli studi sul campo, il vaccino riduce il rischio di ammalarsi di circa il 40%. L’efficacia è inoltre variabile di anno in anno, con picchi di efficacia in alcune stagioni influenzali e tonfi in altre, quando i vaccini sono risultati poco protettivi. Ciò significa che le chance di ammalarsi di influenza restano significative.
Un ultimo limite, forse ancora più rilevante, è che la vaccinazione difende solo dai virus influenzali veri e propri. Durante la stagione fredda, però, circola tutta una serie di altri virus e batteri che danno sintomi del tutto sovrapponibili. Ed è proprio l’insieme di questi microrganismi ad allettare milioni di italiani ogni inverno. Anche durante il periodo di massima circolazione virale, i virus influenzali non sono responsabili di più del 30% delle sindromi influenzali di origine virale registrate dalla sorveglianza influenzale. Ciò significa che in inverno è più probabile ammalarsi per un virus respiratorio diverso; rinovirus, coronavirus, adenovirus, virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali, ecc. E contro tutti questi altri virus, il vaccino influenzale non ha efficacia protettiva.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
Informativa sui diritti di autore
Questa è una parte dell’articolo originale
Vuoi approfondire l’argomento, criticarlo, discutere
come previsto dalla legge sul diritto d’autore art. 70
Sei l’autore dell’articolo e vuoi richiedere la rimozione?
Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: “Il riassunto, la citazione (source link) o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali