solitudine tra i giovanissimi iperconnessi #adessonews

L’epidemia di solitudine tra i giovanissimi iperconnessi e la crisi della natalità in Italia. la biologia delle emozioni nell’analisi di Alessandra Graziottin.

Sono sempre più vuote le culle in Italia. Il dato dei primi 6 mesi dell’anno – appena 178mila nuovi nati – porta l’Istat a stimare in 374mila le nascite nel 2024. Un nuovo record negativo che rischia di compromettere il futuro del Paese. Ma cosa ostacola la voglia di famiglia? Per Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele Resnati di Milano, a essere in crisi è “la capacità di avere relazioni significative. Se non riesco a stabilire una relazione di amore e affetto che s’intrecci con gioia ed emozioni ma anche con stima e capacità di collaborazione, per progettare insieme una vita condivisa, come posso parlare di natalità? Questo problema viene prima ancora dell’attrazione sessuale. Anzi, in realtà sono due elementi antitetici. Perché mentre l’attrazione fisica è tanto più forte quanto maggiore è la differenza del sistema immunitario fra due possibili partner, il progetto di famiglia è legato a quelle che potremmo chiamare affinità elettive”. Graziottin accende i riflettori sul bisogno di educazione sentimentale delle giovani generazioni, ma anche sulla biologia delle emozioni.

Il segreto dell’attrazione fisica (e quello delle coppie)
Forse avrete sentito parlare dei feromoni, sostanze sessualmente attraenti percepite a livello subliminale. “Ognuno di noi ha una carta d’identità olfattiva unica, un po’ come le impronte digitali, codificata dal nostro sistema immunitario. Non ne siamo consapevoli, ma l’attrazione è governata dalla mucosa che abbiamo nel naso: costellata di neuroni e collegata con la parte arcaica del cervello – il rinencefalo – riconosce olfattivamente i soggetti con cui c’è un’alta probabilità di successo riproduttivo”. Per progettare una famiglia possibilmente affidabile e stabile, invece, la coppia “deve essere formata da persone con molte affinità elettive, dallo stile educativo alla visione del mondo, dall’attività fisica alla cultura. Mentre l’attrazione fisica si basa sulla differenza biologica, la possibilità di progetti duraturi poggia su forti somiglianze. La coppia capace di diventare famiglia ha una bella alchimia fra attrazione fisica e affinità elettive”, sostiene la ginecologa. Oggi però abbiamo sempre più difficoltà a stabilire relazioni significative, aspetto che incide sul progetto di un figlio.

Iperconnessi, ma sempre più soli
Per Graziottin la diagnosi è chiara. “L’intelligenza emotiva e l’educazione sentimentale sono sempre più carenti. C’è un’epidemia di solitudine fra i giovanissimi, che non riescono a stabilire legami di amicizia e di coppia. L’educazione sentimentale nasce da un’educazione affettiva in famiglia: più siamo capaci di empatia, di sentire i sentimenti e le emozioni, il dolore e la gioia  dell’altro, e quindi di vivere relazioni appaganti e significative, più il sentimento di solitudine è raro e  breve. Oggi siamo iperconnessi, ma sempre più soli. Tanto che i segnali distintivi di questa generazione sono proprio il senso di solitudine, l’ansia crescente e un dispendio spaventoso di energia per governare i sentimenti negativi. Pensiamo ai due volti della depressione, quello silenzioso con il richiudersi in se stessi o in casa, come fanno gli hikikomori. E quello rumoroso, rappresentato da collera, rabbia e distruttività, verso se stessi e gli altri”. Se manca l’educazione sentimentale e non siamo capaci di costruire relazioni nella vita reale, come stupirci per la denatalità? “Essere genitori – sottolinea Graziottin – vuol dire prima di tutto essere capaci di amare”.

Emozioni in movimento
Le emozioni fondamentali sono quattro: quella appetitiva, che ci muove verso il fare, il conquistare, in senso reale e metaforico, e porta ad innamorarci; quella di collera-rabbia; quella di paura e quella di panico. Queste quattro emozioni, studiate dallo psicologo e neuroscienziato Jaak Panksepp, hanno ciascuna un correlato motorio: si esprimono nel movimento. Tutte le volte che reprimiamo il movimento associato all’emozione, paghiamo un prezzo in termini di salute. Questa poi è una generazione di immobili attaccati al telefonino: l’accumulo di emozioni negative finisce per tarpar loro le ali”, sintetizza Graziottin.

Un seduttore insidioso
Non solo: quando c’è un accumulo di frustrazione ed emozioni negative, “la ricerca del piacere si fa ossessiva: così si abbassa l’età dei rapporti sessuali – continua Graziottin – ma tutto è istintivo, basato sui feromoni. La difficoltà a uscire dal controllo del ‘comandante del tempo di guerra’, ovvero paura e rabbia, porta a bere per rilassarsi: ho coppie giovani che ricorrono all’alcol per raggiungere l’orgasmo o per durare di più. Ma l’alcol è un seduttore insidioso, crea oasi di felicità e sembra regalare una sessualità più soddisfacente, ma dopo un po’ non si riesce più a farne a meno. Nel caso delle ragazze, inoltre, i livelli ridotti dell’enzima che metabolizza l’alcol moltiplicano il problema: bastano due bicchieri e non si è più in grado di imporre il profilattico”. Ecco allora la forte crescita delle malattie sessualmente trasmesse: gonorrea, sifilide, clamidia, Hiv. “Con una difficoltà anche biologica a concepire: vediamo tante endometriti collegate alla clamidia, infezioni subcliniche che rendono meno fertili”. Oltretutto il primo figlio in Italia si fa a 32,2 anni (dati 2022 ministero della Salute, ndr), l’8% addirittura dopo i 40 anni, “quando la fertilità è ridotta e la gravidanza è più a rischio sia per la donna che per il bambino”, ricorda la ginecologa.

Educazione sentimentale e tanto sport
Per la specialista non c’è tempo da perdere. “Occorre parlare di questi temi nelle scuole: non solo di sessualità, ma anche di emozioni. Soprattutto, occorre tornare a fare sport fin dalla materna: il cervello si attiva, il  corpo si muove ed è felice nel mondo reale (e non virtuale);  si scaricano le energie negative e si ricaricano quelle positive, fatte di gioco, gusto di far squadra, risate e obiettivi condivisi; si impara a rispettare le regole e l’autorità. Facendo movimento i muscoli  producono irisina, uno dei manutentori del cervello: i ragazzi penseranno in modo più chiaro, limpido ed efficace. Vincere e perdere insieme è la chiave della vita: anche l’errore, la caduta, la sconfitta sono momenti formativi importanti, che rendono più forti, più coraggiosi, più capaci di affrontare in modo costruttivo ed etico le difficoltà della vita. Più capaci di amare in senso profondo e di proiettarsi nel futuro in modo generoso, anche attraverso un figlio desiderato, amato e incoraggiato a volare lontano”.