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Legge di Bilancio 2025: le novità per l’edilizia #adessonews

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Nella manovra finanziaria la proroga dei bonus con tetto alle detrazioni e più controlli sulle variazioni catastali. Confermate le agevolazioni per assunzioni, premi di produttività e macchinari

Dopo la presentazione del Piano Strutturale di Bilancio di medio termine al Parlamento e il confronto con le parti sociali, il Consiglio dei Ministri n. 100 del 15 ottobre ha varato la Legge di Bilancio 2025.

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Anche quest’anno, la manovra sarà preceduta da un decreto legge con misure urgenti in materia economica e fiscale.

Il Piano strutturale di bilancio (PSB) ha tracciato una linea guida per la redazione della Legge di Bilancio che si basa principalmente sulla revisione delle tax expenditures.

Il Piano ha confermato la traiettoria della spesa primaria netta (nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione) che avrà, nei prossimi 7 anni (orizzonte temporale di riferimento), un tasso di crescita medio vicino all’1,5%, compatibile con il profilo stimato dalla Commissione.

Ecco una sintesi delle novità per il settore delle costruzioni.

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Bonus ristrutturazione al 50% anche nel 2025

La più rilevante delle novità della Legge di Bilancio è sicuramente la proroga del bonus ristrutturazioni al 50% fino al 31 dicembre 2027, limitata alle prime case, con una ripartizione in 10 anni e un massimale di spesa fissato a 96.000 euro.

Le abitazioni diverse dalla prima casa potranno continuare ad usufruire del bonus casa nel 2025, ma con una riduzione di 14 punti percentuali, ovvero al 36% e con un limite massimo di spesa pari a 48.000 euro.

Bonus mobili prorogato di un anno

Il Governo ha previsto la proroga per il 2025 della detrazione del 50% anche per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici legati agli interventi di ristrutturazione edilizia.

La misura è lineare: questo significa che il bonus mobili si potrà applicare al 50% sia se si tratti di prima o di seconda casa. Il limite di spesa resta fissato a 5.000 euro ripartiti in 10 quote annuali.

Bonus edilizi condizionati dai nuovi tetti alle detrazioni

Le detrazioni fiscali previste dai bonus edilizi trovano un limite nel nuovo plafond familiare per le spese detraibili.

Dal 2025 i contribuenti dovranno fare attenzione a non superare il tetto massimo previsto per le spese da portare in detrazione, come spese mediche, istruzione, ristrutturazioni edilizie e contributi previdenziali e assistenziali.

Il massimale delle spese detraibili è determinato dal numero di figli e dal livello di reddito, secondo la logica del quoziente familiare: 8% per i redditi fino a 50mila euro, 6% per i redditi da 50mila a 100mila euro, 4% oltre i 100mila euro.

I nuovi limiti non hanno effetto retroattivo e si applicano solo alle nuove spese, ossia a quelle effettuate a partire dal 2025.

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In sostanza, c’è il rischio che non tutte le spese di ristrutturazione potranno essere portate in detrazione o che si dovranno selezionare quelle da portare in detrazione per massimizzare i benefici fiscali e ridurre al minimo la perdita degli sconti offerti dal Fisco.

Le nuove soglie determineranno l’importo massimo delle spese detraibili e non delle detrazioni; all’interno delle spese che saranno ammesse bisognerà andare a calcolare le percentuali per le singole agevolazioni.

Rendite catastali in aumento per chi ha avuto il Superbonus e caccia agli immobili fantasma

In occasione dell’audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Piano strutturale di bilancio, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato nuovi interventi per “mitigare” l’impatto del Superbonus sui conti pubblici.

Nella Legge di Bilancio si punterà non solo al riordino delle detrazioni fiscali, ma anche all’aggiornamento delle rendite catastali.

L’intervento sul catasto servirà a:

  • individuare e regolarizzare le unità immobiliari ancora non censite (i cosiddetti “immobili fantasma”);
  • aggiornare le rendite catastali sugli edifici che hanno beneficiato del Superbonus.

Il Ministro ha chiarito che non ci sarà un aumento delle imposte, ma una revisione degli estimi catastali in linea con il salto di qualità degli immobili derivante da interventi di miglioramento sismico ed energetico.

In pratica, significa che i proprietari di seconde o terze case che hanno utilizzato bonus edilizi dovranno versare una quota di IMU più alta ai comuni. Oppure, in caso di compravendite, saranno tenuti a versare imposte di registro e Iva più alte.

L’obiettivo è chiarire alcuni aspetti della precedente Legge di Bilancio, con riferimento alle disposizioni di cui all’articolo 1, commi 86 e 87 che richiamano l’obbligo di dichiarazione, ove richiesta, di variazione catastale per le unità immobiliari soggette ad interventi di Superbonus.

Come ricordato anche dalla circolare 13/E/2024 dello scorso 13 giugno, i contribuenti avrebbero dovuto dichiarare la modifica delle caratteristiche dei loro immobili perché si procedesse alla revisione.

L’Agenzia delle Entrate, basandosi su specifiche liste selettive, è tenuta a verificare se sia stata presentata, ove richiesta, la dichiarazione prevista dall’articolo 1, commi 1 e 2, del D.M. 701/1994 tenendo conto degli eventuali effetti sulla rendita dell’immobile registrata nel catasto dei fabbricati.

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Spulciando nel Piano strutturale di Bilancio, in effetti, si parla di “rendere pubblico, accessibile e integrato con il catasto l’archivio il Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica“.

Gli APE dovrebbero “dialogare” con i dati catastali. Chi ha ristrutturato casa usando i bonus edilizi migliorando la propria classe energetica, sarà tenuto (se non lo ha già fatto) a rivedere la rendita catastale del proprio immobile.

Saranno prese misure per verificare e rendere più efficace – anche per i casi di omessa denuncia delle dichiarazioni di variazione dello stato dei beni – il meccanismo di stimolo alla compliance, che consente ai soggetti destinatari della comunicazione di provvedere spontaneamente a regolarizzare la propria posizione.

Se tale dichiarazione non risulta presentata, l’Agenzia delle Entrate invierà al contribuente una comunicazione specifica, ai sensi dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 190/2014, per sollecitare l’adempimento richiesto.

In caso di inadempimento entro 90 giorni, l’Agenzia delle Entrate si avvarrà di interventi in surroga per aggiornare le rendite e applicare la sanzione.

Superbonus in 10 anni anche per le spese 2023

La Legge di Bilancio 2025 prevede – anche per le spese effettuate nel 2023 – la possibilità di spalmare su dieci anni il recupero del Superbonus.

Ricapitolando, lo spalma-detrazioni è stata introdotta:

  • per le spese 2022 dal D.L. 11/2023: per evitare l’effetto incapienza causato dell’alto importo delle singole rate di superbonus, la norma consente di spalmare su dieci anni, invece che in quattro, lo sconto fiscale per i contribuenti che hanno effettuato lavori con il 110% nel 2022 e non hanno optato per la cessione del credito o lo sconto in fattura. La prima rata va inserita nella della dichiarazione di quest’anno, visto che la norma è stata introdotto a stagione dichiarativa inoltrata, quando i modelli e i software erano stati già pubblicati.
  • per le spese 2024 dal D.L. 39/2024: il provvedimento ha stabilito il blocco definitivo della cessione del credito e dello sconto i fattura e contestualmente messo a regime lo spalma-crediti in 10 anni per tutte le spese collocate nel periodo di imposta 2024.

Con la Legge di Bilancio 2025 si “salvano” anche le spese 2023 allo scopo di tutelare i contribuenti che avrebbero rischiato di perdere la quota di detrazioni non utilizzata nell’anno.

Poiché la prima quota è stata già portata in dichiarazione, sarà necessario riproporzionare il carico residuo sui nove anni che restano per evitare il rischio incapienza e consentire a chi non ha sufficienti imposte da pagare di utilizzare le detrazioni.

Superbonus per le assunzioni, premi di produttività e proroga dei fringe benefits

L’agevolazione, omonima della più famosa detrazione in campo edilizio che conosciamo tutti, prevede, ai fini della determinazione del reddito, la maggiorazione del costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato nonché una ulteriore deduzione in presenza di nuove assunzioni di dipendenti, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, rientranti nelle categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela.

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Anche per il 2025 il Governo conferma lo sconto fiscale del 120% o 130% per le imprese e professionisti che assumono. Rispetto allo scorso anno tale agevolazione sarà mobile, spalmata su 3 anni a condizione di portare un incremento occupazionale.

Confermati anche:

  • la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella ZES;
  • gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica;
  • la tassazione al 5% fino al 2027 per i premi di produttività entro i 3mila euro d’importo, per redditi fino a 80mila euro;
  • i fringe benefits esentasse per tutti gli aventi diritto; gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri.

Rifinanziata la Sabatini

La Legge di Bilancio potrebbe includere una revisione della Sabatini. Nello specifico, la manovra prevede una proroga di un anno dell’attuale struttura del Fondo di garanzia, che facilita le imprese riducendo i tassi di interesse sui finanziamenti destinati all’acquisto o al leasing di beni strumentali.

Aliquote IRPEF, “carta per i nuovi nati” e congedi parentali

La prossima manovra economica conferma per il 2025 la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale e l’applicazione delle 3 aliquote, con la possibilità di un aggiornamento della seconda fascia di reddito.

Le aliquote e gli scaglioni Irpef per l’anno saranno strutturati come segue:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • 43% per i redditi oltre 50.000 euro.

Come già detto, c’è un’anticipazione dell’annunciato restyling delle detrazioni con il tetto basato sul quoziente familiare.

Con la Carta per i nuovi nati, lo Stato riconoscerà 1.000 euro per le nuove nascite ai genitori con ISEE entro i 40mila euro. Più generoso anche il congedo parentale: diventano tre i mesi durante i quali i genitori lavoratori dipendenti potranno assentarsi dal lavoro e ottenere l’indennità pari all’80% della retribuzione, mentre per i mesi restanti il congedo parentale passerà al regime ordinario (30%).

Cos’è la Legge di Bilancio?

La Legge di Bilancio è un provvedimento che va a comporre la manovra triennale di finanza pubblica, recante le misure qualitative e quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici stabiliti nel Documento di economia e finanza.

Quando entra in vigore la Legge di Bilancio?

I disegni di legge di stabilità e di bilancio, in base al ciclo della programmazione, sono presentati dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno, per poi essere pubblicati come legge di bilancio in Gazzetta ufficiale entro il 31 dicembre di ogni anno.

Nel caso in cui tale pubblicazione non avvenisse entro il termine stabilito, lo Stato entrerebbe nell’esercizio provvisorio per una durata massima di 4 mesi così come previsto dall’articolo 81 della Costituzione “l’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi”.

Articolo 81 costituzione

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.  L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.
Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

Cos’è il Piano Strutturale di Bilancio (PSB)

La nuova disciplina del coordinamento delle politiche di bilancio europee prevede:

  • una programmazione pluriennale delle politiche fiscali e di bilancio, vincolate all’andamento dell’indicatore della spesa primaria netta nazionale
  • un monitoraggio annuale.

La programmazione pluriennale avviene mediante l’adozione di un Piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine (Piano strutturale di bilancio – PBS), che ciascuno Stato membro presenta alle istituzioni europee entro il 30 aprile di ogni anno.

Il Piano strutturale di bilancio contiene l’indicazione del percorso di aggiustamento di bilancio, ossia l’andamento della spesa netta per un periodo di almeno quattro anni (che può essere esteso sino a sette anni a fronte di investimenti ambiziosi), le riforme e gli investimenti per perseguire gli obiettivi dell’Unione (transizione ambientale, digitale, sicurezza energetica, difesa, inclusione sociale), i dati tecnici sulle previsioni macroeconomiche, la complementarità tra gli interventi di politica fiscale nazionale, i fondi della politica di coesione ed il PNRR.

Il 27 settembre 2024 il Governo ha trasmesso la proposta di Piano strutturale di bilancio di medio termine alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari preliminari alla presentazione alle istituzioni europee.

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Ad eccezione della disciplina transitoria prevista per la prima presentazione del Piano, successivamente il Piano strutturale di bilancio dovrà essere presentato dal governo ogni 5 anni, entro il 30 aprile dell’ultimo anno del piano in vigore, salvo la possibilità per lo Stato membro e la Commissione di prorogare il termine, se necessario.

DEF e NADEF, nella veste conosciuta fino a oggi, potrebbero non essere più necessari dal prossimo anno.

La riforma delle regole di bilancio europee non ha invece modificato la disciplina relativa al Documento programmatico di bilancio (DPB), che dovrà essere presentato all’Europa entro il 15 ottobre di ciascun anno.

Il DPB, che contiene sia gli aggiornamenti delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sia i principali ambiti di intervento della manovra di bilancio, dovrà garantire la compatibilità con il percorso di spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio.

Il 20 ottobre è il termine di presentazione del disegno di legge di bilancio, vale a dire la Manovra finanziaria.

Ciclo di Bilancio

Il ciclo di bilancio rappresenta una serie di atti che portano alla fase conclusiva del bilancio dello Stato.

Le fasi in cui si articola il ciclo di bilancio sono 2:

  1. fase prima programmatica,
  2. fase attuativa.

La fase programmatica si apre entro il 10 aprile di ogni anno con la presentazione DEF da parte del governo al parlamento.

Entro il 30 aprile, poi, l’esecutivo invia al Consiglio dell’Unione europea e alla commissione il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma.

All’inizio dell’estate le istituzioni europee esprimono le loro raccomandazioni. È sulla base di queste ultime e di eventuali variazioni economiche che, entro il 27 settembre, il governo presenta la NADEF (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza).

Inizia così la fase attuativa, tramite la quale vengono adottate le norme per realizzare concretamente gli obiettivi fissati nella fase precedente. Entro il 20 ottobre il governo presenta al Parlamento il disegno di legge di bilancio, contenente la manovra triennale di finanza pubblica.

La legge di bilancio deve essere approvata entro il 31 dicembre.

Entro il 31 gennaio il governo deve infine presentare gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra.

Ciclo di bilancio Ciclo di bilancio

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