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Francesco Spano si dimette dal ruolo di Capo di Gabinetto del ministero della Cultura. “Il contesto venutosi a creare, non privo di sgradevoli attacchi personali, non mi consente più di mantenere quella serenità di pensiero che è necessaria per svolgere questo ruolo così importante”. Spano lo ha scritto nella lettera di dimissioni da capo di gabinetto indirizzata al ministro della Cultura, Alessandro Giuli. Ed è quindi “nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, pertanto, ritengo doveroso da parte mia fare un passo indietro. Ciò non mi impedisce, evidentemente, di esprimerle la mia profonda gratitudine per la stima ed il sostegno che mi ha mostrato senza esitazione”.
Giuli: “Barbarico clima di mostrificazione”
“Con grande rammarico, dopo averle più volte respinte, ricevo e accolgo le dimissioni del Capo di Gabinetto, Francesco Spano. A lui va la mia convinta solidarietà per il barbarico clima di mostrificazione cui è sottoposto in queste ore. Non da ultimo, ribadisco a Francesco Spano la mia completa stima e la mia gratitudine per la specchiata professionalità tecnica e per la qualità umana dimostrate in diversi contesti, ivi compreso il ministero della Cultura”. Queste invece le parole del ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Il passo indietro sarebbe dovuto alle pressioni politiche degli ultimi giorni dopo che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci ha annunciato un’inchiesta che riguarderebbe il marito di Spano. L’inchiesta ruoterebbe intorno al Maxxi: nel periodo in cui Francesco Spano ricopriva il ruolo di segretario generale, il compagno Marco Carnabuci diventato da qualche mese marito, sarebbe stato assunto dal museo romano per una consulenza pagata lautamente. Il fatto sarebbe avvenuto durante la presidenza di Giuli (2022-2024). Carnabuci è un avvocato e avrebbe però lavorato per il Maxxi già sotto la guida di Giovanna Melandri.
L’attacco dell’esponente di Fratelli d’Italia: “Spano è un pederasta”
Intanto il Fatto Quotidiano ha svelato una chat di FdI in cui sarebbero apparsi insulti al capo di gabinetto (definito “pederasta”) per i suoi orientamenti sessuali e per le sue posizioni sui temi Lgbtq. Spano era infatti finito nel mirino della destra e anche dell’associazione Pro Vita & Famiglia per essere stato accusato di aver finanziato, quando era direttore dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) un’associazione Lgbtq, Anddos, accusata di favorire la prostituzione nei propri circoli. Il messaggio con attacco omofobo dell’esponente FdI è però diventato un caso e l’autore, il coordinatore locale del partito nel Municipio IX di Roma, Fabrizio Busnengo, sarebbe stato rimosso dalla chat e si sarebbe dimesso dall’incarico.
Il commento di Pro Vita: “Dimissioni di Spano fine di una vicenda indegna”
“Le dimissioni di Francesco Spano sono la degna conclusione di una vicenda politica indecente, gestita in modo fallimentare fin dal principio: il ministro Giuli non avrebbe mai dovuto promuovere un funzionario legato al Pd di cui lo stesso centrodestra pretese le dimissioni nel 2017 per lo scandalo LGBT all’Unar e Palazzo Chigi non avrebbe mai dovuto dare il suo benestare”.Lo si legge sulla pagina Facebook dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus.
“In queste settimane Pro Vita & Famiglia ha dato voce alle migliaia di elettori che si sono sentiti traditi da una scelta assurda, scelta che il Ministro Giuli si è ostinato a difendere nonostante le evidenze – prosegue la nota – Speriamo che la vicenda sia da monito per il Governo: gli elettori non tollereranno altri cedimenti, specialmente su questioni che coinvolgono nomine, finanziamenti o misure legate al movimento LGBTQ”.
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